STRATEGIA
Ecco quello che Marriott, GE e altre aziende tradizionali stanno imparando sull’economia collaborativa.
Rachel Botsman
Settembre 2014
Due anni fa Peggy Fang Roe osservò un fenomeno frustrante. Nella sua qualità di direttrice marketing e vendite della divisione Asia e Pacifico di Marriott, le era evidente che le sale conferenze degli alberghi sono sottoutilizzate. Ma aveva anche visto spesso persone alla ricerca di un angolo tranquillo per lavorare nelle lobby e nei ristoranti. «Ho pensato a quanto sia assurdo che i nostri clienti non abbiano accesso con facilità a spazi che sono liberi», racconta. Fu così che per sua iniziativa Marriott diede vita nel 2012 a una partnership con LiquidSpace, piattaforma online sulla quale è possibile prenotare in modo agile spazi di lavoro flessibili, a ore o a giornata. Il progetto è stato poi testato in 40 alberghi di Washington DC e San Francisco. «A far richiesta degli spazi non erano soltanto i clienti degli hotel ma anche i residenti del luogo: avvocati, consulenti, professionisti in genere», prosegue
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