RISORSE UMANE

Arrivano i “colletti nuovi”

C’è un serbatoio di talenti, enorme e ricco di capacità e diversità, che viene trascurato dalle aziende: i lavoratori non laureati. È tempo di adottare un approccio all’assunzione e alla gestione dei talenti che metta al centro le competenze

Colleen Ammerman, Boris Groysberg, Ginni Rometty

Maggio 2023

Arrivano i “colletti nuovi”

Frequentare l’università e prendere la laurea può espandere la mente, allargare gli orizzonti e aprire la strada a una carriera soddisfacente e ben remunerata, ma per quelli che non completano i quattro anni del ciclo universitario di primo grado la mancanza di un titolo d’istruzione superiore rappresenta una barriera. Milioni di persone sono tagliate fuori da promettenti opportunità di lavoro perché tante, troppe aziende assumono solo lavoratori in possesso di un titolo di studio universitario, anche per posizioni che non richiederebbero quel livello di istruzione. È una tendenza iniziata decenni fa, ma ha raggiunto il culmine durante la Grande Recessione: una ricerca di Alicia Sasser Modestino, Daniel Shoag e Joshua Ballance mostra che dal 2007 al 2010 le offerte di lavoro aperte solo a chi era in possesso almeno di una laurea di primo grado crebbero del 10%. Questa percentuale scese leggermente con la ripartenza dell’economia, ma decine e decine

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