RISORSE UMANE
Aprile 2024
Superate le iniziali visioni catastrofiche sull’adozione dell’intelligenza artificiale (IA) nel mondo del lavoro, oggi le aziende sembrano più consapevoli delle possibili e straordinarie sinergie uomo-IA per un ambiente di lavoro sempre più collaborativo. Mettendo al centro le esigenze, i valori e le esperienze delle persone, l’Intelligenza Artificiale diventa in quest’ottica un’eccezionale integrazione di quella umana, per migliorare, semplificare, velocizzare l’esecuzione delle mansioni ripetitive o time consuming aumentando di fatto la produttività.
Il World of Work Trends Report 2024 di Top Employers Institute, l’ente certificatore globale delle eccellenze aziendali in ambito HR, rivela come l’utilizzo dell’IA nelle Risorse Umane stia andando proprio verso l’intelligenza artificiale centrata sull’uomo. Human-centered AI è dunque un nuovo paradigma che sposta l’attenzione dell’intelligenza artificiale da applicazioni “stand-alone”, volte a sostituire l’uomo in compiti intelligenti, ad applicazioni interattive in cui l’intelligenza umana e quella artificiale lavorano insieme per superare i limiti di entrambe.
Il World of Work Trends Report 2024 mette in evidenza come questo paradigma richieda un utilizzo dell’IA più etico e orientato al capitale umano. È di fondamentale importanza che i responsabili delle Risorse Umane rivolgano l’attenzione alle persone e al modo in cui coinvolgerle attivamente nell’utilizzo dell’IA, al fine di responsabilizzarle e renderle parte attive in questa nuova fase di innovazione del contesto lavorativo.
La ricerca di Top Employers Institute svela che nelle oltre 2.200 organizzazioni certificate in tutto il mondo la tendenza più significativa nella digitalizzazione dell’HR è quella di definire una visione di come gestire al meglio l’esperienza dei dipendenti e di utilizzare questa visione per guidare i miglioramenti tecnologici. L’85% delle aziende italiane certificate sta già applicando in modo coerente questa pratica.
“Tra le cinque tendenze HR che Top Employers Institute ha individuato a livello globale per il 2024, non poteva mancare l’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo sul nostro modo di lavorare e, di conseguenza, sulle nostre aziende”, ha commentato Massimo Begelle, Regional Manager Italia e Spagna di Top Employers Institute. “L’attenzione verso le soluzioni di IA generativa sta trasformando il lavoro, liberando tempo per attività più strategiche e creative. ChatGPT, ad esempio, ha suscitato interesse ma anche preoccupazioni sul suo impiego. Nel 2024 si punta a un uso etico dell’IA, concentrandosi sulla sinergia uomo-IA e coinvolgendo i dipendenti. Le organizzazioni devono ora riflettere non solo su cosa è possibile fare con l’IA, ma su cosa sia giusto fare, affrontando sfide come i bias nei processi di recruiting. In questo scenario, un quadro etico per l’adozione dell’IA diventerà centrale nelle strategie digitali HR in tre modi: utilizzo della tecnologia per migliorare l’esperienza dei dipendenti; approccio responsabile nell’uso dei dati per monitorare comportamenti o sentimenti dei dipendenti; supporto dell’IA nell’interazione tra esseri umani”.
L’approccio Human-centered AI applicato all’HR, porta vantaggi sia operativi sia di valorizzazione delle persone. L’uomo rimane centrale e l’Intelligenza Artificiale è solo uno strumento per migliorare la gestione della direzione HR, liberandola dai task più operativi per dedicarsi agli aspetti più strategici.
L’IA quindi supporta le Risorse Umane nelle loro attività favorendo il processo decisionale grazie alla disponibilità immediata e precisa dei dati. Per esempio, per capire quali sono le competenze di cui si ha più bisogno per ottimizzare le procedure di recruiting o formulare scenari predittivi sull’impatto delle decisioni HR per indirizzare meglio le politiche interne.
Ancora, grazie all’intelligenza artificiale, l’HR può analizzare e incrociare più facilmente i dati di performance dei dipendenti con quelli qualitativi che riguardano il morale e il sentiment, in modo da identificare rapidamente eventuali criticità e adottare tempestivamente soluzioni che aumentino la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, favoriscano un migliore clima lavorativo. La strada è già stata intrapresa: il 19% delle aziende Top Employers dichiara infatti di utilizzare strumenti avanzati di analisi del testo basati sull’IA per analizzare sistematicamente il feedback dei dipendenti da varie fonti, come le piattaforme social interne, allo scopo di identificare i problemi emergenti relativi al loro engagement.
È chiaro, dunque, che l’intelligenza artificiale rappresenti il motore di un cambiamento che solleva questioni etiche, sociali e giuridiche ponendo l’HR davanti all’importante e complessa sfida di trasformazione del mondo del lavoro, che va affrontata inevitabilmente con una prospettiva Human-centered.
Che si tratti della strada corretta, anche dal punto di vista normativo, lo conferma l’AI Act, approvato dal Parlamento Europeo lo scorso 13 marzo, che intende regolare ogni settore in cui viene impiegata l’intelligenza artificiale e contiene alcune previsioni specificatamente dedicate al contesto lavorativo. Uno dei punti di forza è proprio la promozione di un approccio etico all’uso dell’IA e dell’innovazione responsabile, per migliorare il mondo del lavoro grazie a un utilizzo creativo e umano della tecnologia.
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