ECONOMIA E SOCIETÀ
Modelli e previsioni possono essere seducenti, ma adesso gli executive devono recuperare il loro senso critico
Philipp Carlsson-Szlezak, Paul Swartz
Settembre 2024
Aaron Tilley
Negli ultimi cinque anni leader aziendali e investitori hanno dovuto metabolizzare shock macroeconomici, crisi – e falsi allarmi – in rapida successione. Nel 2020, quando la pandemia ha provocato una fortissima recessione, i leader si sono sentiti dire che sarebbe stata peggiore di quella del 2008 e potenzialmente catastrofica come la Grande Depressione, invece c’è stata una ripresa solida e veloce. Nel 2021, quando i colli di bottiglia che rallentavano l’offerta e la domanda sostenuta hanno fatto salire bruscamente i prezzi, la previsione generale era che l’inflazione galoppante ci avrebbe riportati ai drammatici anni Settanta: invece, l’inflazione è crollata dal 9,1% a poco più del 3% nel giro di un anno. Nel 2022, quando i tassi di interesse americani sono saliti, si prevedevano default in serie da parte dei Paesi emergenti – che per fortuna non si sono materializzati. Sempre nel 2022, e poi ancora nel 2023, il discorso pubblico
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