CULTURA ORGANIZZATIVA
Jamil Zaki
Ottobre 2022
Credits: Jamie Garbutt/Getty Images
L’aprirsi della posizione di CEO di Microsoft dovrebbe essere per i dirigenti del settore tecnologico una sorta di sacro Graal. Eppure, nel 2014 non è stato così. La crescita dell’azienda era stagnante. Non aveva fatto un buon lavoro nelle prime fasi dello sviluppo degli smartphone e di altre nuove tecnologie e aveva perso quote di mercato a favore di Apple, Google e Amazon. La sua immagine scricchiolava, non sembrava stare al passo coi tempi: una nave gigantesca che sbandava puntando nella direzione sbagliata.
La giornalista di Bloomberg Dina Bass elencava questi aspetti negativi in un articolo intitolato senza tanti giri di parole: “Perché non diventare CEO di Microsoft”. Cinque giorni dopo Satya Nadella prendeva in mano l’azienda.
Gli insuccessi di Microsoft discendevano da un problema più profondo: una cultura intrisa di diffidenza, competizione e tribalismo che nuoceva tanto al morale quanto all’innovazione. Nel suo libro del 2017, intitolato Hit Refre
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