Novembre 2019
Heidi K. Gardner e Randall S. Peterson
Novembre 2019
prezzo 5,00 €
L’agenda dei consigli di amministrazione è così fitta che è difficile affrontare tutte le domande e le preoccupazioni dei director nel corso delle riunioni ufficiali. Tra l’una e l’altra di queste ultime essi mettono quindi in atto ciò che i membri di qualsiasi team farebbero in questa situazione: avviano consultazioni private.
Se condotte correttamente, tali conversazioni a latere permettono ai consiglieri di lavorare insieme in maniera efficiente, di confrontarsi, scambiare informazioni ed esercitare influenza. Condotte in modo improprio, incoraggiano invece manovre politiche, marginalizzano membri portatori di competenze chiave, favoriscono alleanze inopportune e portano a decisioni mediocri. Tagliano fuori input diversificati e rendono i board disfunzionali.
Gli autori hanno iniziato a occuparsi di questi contatti collaterali tre anni fa all’interno di uno studio più ampio sulle dinamiche dei board. In questo articolo presentano quanto hanno appreso sul modo in cui i director dovrebbero approcciare questo fenomeno. I board che funzionano bene stabiliscono ad esempio chiare regole per l’ingaggio dei director e verificano regolarmente che vengano rispettate. Creano processi di inserimento dei nuovi membri, favoriscono la formazione di rapporti personali tra i director e prendono misure per salvaguardare la fiducia reciproca, come ad esempio garantire che ogni membro riceva tutte le informazioni rilevanti prima della ripresa delle discussioni ufficiali.
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