TALENTI
Carol Dweck
Novembre 2014
Nel suo dottorato di ricerca all’inizio degli anni ’70 Carol Dweck cominciò a studiare come i bambini superano i fallimenti e si rese rapidamente conto che “superare” non è la parola giusta. «Alcuni non si limitano a lasciarseli alle spalle; se li godono», afferma. «Per alcune persone il fallimento è la fine del mondo, per altri è una nuova e stimolante opportunità». Nei decenni successivi ha approfondito questa dicotomia, che aveva originariamente descritto ricorrendo a due ingombranti espressioni accademiche, quella di “teoria della mentalità statica” e quella di “teoria incrementale”. All’inizio degli anni 2000 Dweck, che oggi insegna psicologia a Stanford, scrisse sull’argomento un libro che ebbe grande diffusione e introdusse una terminologia più scorrevole. Attualmente si riferisce alle persone che vedono nel talento una qualità posseduta o mancante una volta per tutte come caratterizzate da una “mentalità statica”. Al contrario, coloro che hanno una “mentalità evolutiva o di crescita”
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