MONDO FORMAZIONE

CHI FA FORMAZIONE OGGI DEVE RESTITUIRE PROFONDITÀ AL PENSIERO

ANNALISA PUCCINI

Novembre 2025

Viviamo in un tempo in cui la velocità è diventata sinonimo di valore. Le organizzazioni misurano l’efficacia in termini di rapidità, reattività, immediatezza. Anche la formazione ha spesso interiorizzato questa tendenza. Microlearning, piattaforme on-demand, moduli da quindici minuti: tutto è progettato per imparare “senza perdere tempo”.

Sembra che abbiamo dimenticato una verità semplice: pensare bene richiede tempo.

Ne ho avuto conferma durante un recente corso in azienda. Un gruppo di manager stava lavorando con uno dei nostri coach su una simulazione strategica complessa. Dopo mezz’ora, uno dei partecipanti, visibilmente sotto pressione, ha detto: “Acceleriamo, se continuiamo a ragionare restiamo fermi” . Tutti hanno annuito: in meno di quaranta minuti avevano elaborato un piano d’azione brillante — almeno sulla carta. Nel debrief del giorno successivo, però, si è scoperto che alcune ipotesi fondamentali erano errate e che, in una situazione reale, avrebbero potuto generare conseguenze molto costose per l’azienda.

Negli ultimi anni, la formazione manageriale ha inseguito la logica della rapidità come se fosse sinonimo di qualità. Abbiamo trasformato l’apprendimento in un processo di consumo: si “assorbono” nozioni, si “completano” percorsi, si “spuntano” certificazioni. Ma imparare non è accumulare informazioni: è ristrutturare il pensiero. Le aziende chiedono leader agili, innovativi, capaci di visione; tuttavia, li formano come esecutori veloci, non come pensatori lenti. La velocità, da sola, non genera competenza — genera superficialità. Pensare lentamente non significa rallentare l’azione, ma darle senso. È la capacità di sospendere il giudizio, di riflettere, di mettere in prospettiva prima di decidere. Quella che definisco lentezza cognitiva è oggi una competenza chiave per chi guida persone e organizzazioni.

Le ricerche lo confermano. Uno studio pubblicato su Frontiers in Psychology ha evidenziato una correlazione significativa tra riflessione cognitiva e qualità delle decisioni; mentre un’indagine dell’Ohio State University ha dimostrato che le aziende che introducono nei propri percorsi formativi momenti strutturati di riflessione migliorano in media del 25% le loro performance complessive. Non si tratta, dunque, di rallentare, ma di investire nella qualità del pensiero — la più solida forma di efficienza.

Questo approccio trova fondamento anche nella teoria del premio Nobel Daniel Kahneman, che distingue tra due sistemi di pensiero: il Sistema 1, rapido, automatico e intuitivo, e il Sistema 2, più lento, logico e analitico. Il primo è utile nelle routine quotidiane, ma è il secondo che consente di affrontare la complessità con lucidità.

Il problema è che molti leader restano intrappolati nel primo: reagiscono, invece di ragionare. È ciò che Kahneman definisce “facilità cognitiva”: la sensazione illusoria di progresso che deriva dal decidere in fretta.

Da queste evidenze nasce la scelta di Executy Academy di riportare la riflessione al centro dell’esperienza formativa. Abbiamo ripensato i nostri percorsi — dai corsi brevi ai Master — per integrare spazi di riflessione strutturata, in cui la pausa diventa parte del processo di apprendimento. Alterniamo momenti di intensità a fasi di decantazione, introducendo pratiche di lentezza cognitiva come diari riflessivi, laboratori decisionali e dialoghi tra pari. Non servono per “rallentare” il ritmo, ma per allenare la mente alla profondità, aiutando i manager a uscire dal pilota automatico e a riattivare la consapevolezza.

La sfida per chi progetta formazione oggi non è produrre più corsi o ridurre i tempi di apprendimento, ma creare contesti che generano pensiero. I leader non hanno bisogno di ulteriori nozioni, ma di spazi in cui costruire senso. La formazione deve tornare a essere un laboratorio di consapevolezza, dove il sapere si trasforma in comprensione e la comprensione in decisione.

Nelle nostre aule lo vediamo accadere ogni giorno: i momenti di maggiore trasformazione non avvengono durante le lezioni più dense, ma nelle pause riflessive, quando un manager rilegge la propria esperienza, riformula una convinzione o collega un concetto a un problema reale. È in quell’intervallo di riflessione che la conoscenza si trasforma in consapevolezza, e la consapevolezza in decisione.

Quando un gruppo si concede il tempo — o, meglio, il lusso — di pensare insieme, accade qualcosa di straordinario: si rallenta, ma si avanza meglio.

Il futuro della formazione non appartiene a chi produce più contenuti o promette percorsi sempre più brevi. Appartiene a chi restituisce alla conoscenza il tempo necessario per trasformarsi in pensiero. Non servono più informazioni, ma contesti che aiutino le persone a interpretarle, discuterle e tradurle in scelte consapevoli. La vera innovazione non è tecnologica, ma cognitiva: risiede nella qualità della riflessione che la formazione è in grado di generare.

Perché il compito più alto di chi fa formazione non è accelerare l’apprendimento, ma insegnare a pensare.

 

ANNALISA PUCCINI è COO e Co-Founder di Executy Academy, business school specializzata in formazione manageriale e sviluppo organizzativo. Con oltre vent’anni di esperienza nel settore della consulenza strategica e della formazione executive, ha fondato e diretto una Business School per oltre dieci anni, collaborando con aziende italiane e internazionali su progetti di change management, innovazione e crescita delle persone. In Executy promuove una cultura della formazione come spazio di pensiero critico, riflessione strategica e trasformazione concreta delle organizzazioni.

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