MONDO FORMAZIONE
GIOVANNI GIORDANO
Luglio 2025
Negli ultimi anni la formazione manageriale sta vivendo una trasformazione profonda. Non si tratta più soltanto di aggiornare competenze tecniche o di affinare le doti di leadership in aula: oggi la sfida è costruire percorsi che uniscano apprendimento ed esperienza diretta, capaci di calare i futuri manager in contesti reali, spesso non convenzionali, dove si apprende soprattutto dall’osservazione e dal confronto vivo.
L’evoluzione del modello formativo: oltre la teoria
Il gap fra teoria e pratica è uno dei nodi storici della formazione executive. I contesti aziendali odierni, sempre più complessi e mutevoli, chiedono ai manager di saper reagire in tempo reale, di affrontare variabili inattese, di risolvere problemi che non hanno soluzioni preconfezionate. Questo richiede competenze che si sviluppano sul campo, non solo sui banchi.
Per questo i percorsi formativi di ultima generazione, anche in ambito accademico o post-universitario, stanno sperimentando format innovativi: project work immersivi, simulazioni, learning trip, settimane intensive in location aziendali, come nel caso della Settimana di Didattica in Crociera del Master in Turismo di Uninform, in un laboratorio itinerante che unisce studio, networking e confronto con professionisti del settore.
Imparare “in viaggio”: il valore dei contesti fuori dall’ordinario
Portare l’aula fuori dall’aula non è un vezzo, ma una risposta concreta ai nuovi bisogni della formazione. Esperienze come quelle che vedono i partecipanti coinvolti nella settimane di didattica della crociera del Master TQM hanno un forte potere trasformativo: la distanza dalla routine quotidiana favorisce la concentrazione, la creatività e la costruzione di legami professionali solidi.
In particolare, contesti “extra-ordinari” creano una vera full immersion: si parte da lezioni frontali e case history, per proseguire con workshop, attività di team building e occasioni di networking informale. Il risultato è un apprendimento più fluido, che non si interrompe mai, e un consolidamento delle soft skill difficilmente replicabile in un’aula tradizionale.
L’importanza dell’esperienza diretta e del confronto con i leader
Un altro aspetto che qualifica la formazione esperienziale è la possibilità di interagire direttamente con manager e professionisti del settore, spesso presenti come speaker o mentor. In questo modo si accorcia la distanza tra teoria e best practice, e si stimola una riflessione concreta su come le competenze apprese possano tradursi in valore per le aziende.
Queste modalità formative si inseriscono in un più ampio paradigma di “learning by doing” e lifelong learning personalizzato, che non si esaurisce al termine di un corso ma continua grazie alla creazione di community professionali che restano in contatto ben oltre l’esperienza.
Verso una leadership più consapevole e flessibile
Il mondo del lavoro digitale e globalizzato premia manager che non solo conoscono modelli di business, ma sanno muoversi in contesti nuovi, relazionarsi con stakeholder diversi e affrontare sfide inedite. La formazione esperienziale si rivela così uno strumento strategico: non un semplice arricchimento del curriculum, ma un passaggio essenziale per sviluppare autonomia, capacità critica e visione sistemica.
Come operatori della formazione manageriale – Uninform Group opera infatti nell’alta formazione da oltre 25 anni – siamo chiamati a ripensare programmi e format, investendo sempre più su esperienze che lascino un segno, dentro e fuori l’aula. Solo così potremo preparare davvero la nuova classe dirigente a guidare il cambiamento.
Per approfondire il modello didattico della settimana esperienziale in crociera citata nell’articolo: www.uninform.com/master-tqm
GIOVANNI GIORDANO è Avvocato e Direttore di Uninform Group, Business School attiva da oltre 25 anni nella formazione professionale e manageriale. Ideatore, progettista e coordinatore scientifico di master di successo nei settori qualità, risorse umane, turismo e digital marketing, è esperto di comunicazione strategica, sistemi di gestione e innovazione formativa. Ha unito visione strategica e concretezza didattica, portando l’esperienza sul campo e la metodologia esperienziale al centro dei percorsi formativi per la nuova classe dirigente.