MONDO FORMAZIONE
FABRIZIO D’ALBA e ROSSELLA FERRERI
Luglio 2025
Negli ultimi anni, il settore sanitario ha subito un’accelerazione di cambiamenti che richiede ai suoi leader un nuovo assetto di pensiero e di azione. Digitalizzazione, emergenze sanitarie impreviste e una crescente necessità di lavorare in modo integrato spingono le organizzazioni a superare modelli gestionali ormai superati. In questo scenario, la formazione manageriale non può più limitarsi a colmare gap di competenze ma deve anticipare i bisogni del sistema e potenziare la capacità dei manager di agire in contesti ad alta complessità.
Le sfide attuali su cui si gioca la competenza dei manager della sanità fanno riferimento a:
- capacità di ripensare i processi organizzativi in chiave sistemica e saperli comunicare;
- prepararsi alle emergenze future;
- acquisire competenze digitali strategiche.
1. Ripensare i processi in chiave sistemica e saperli comunicare
Uno dei nodi più critici della sanità italiana è la frammentazione dei processi: reparti che non comunicano, strutture che duplicano attività, percorsi assistenziali non coordinati. Purtroppo la mancanza di interoperabilità tra le varie strutture impedisce il trasferimento dei dati e il risultato è una perdita di efficienza, un aumento degli errori e un impatto negativo sull’esperienza del paziente. Pensiamo ai PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale), strumenti fondamentali per garantire continuità di cura e appropriatezza clinica. Tuttavia, in molti dei casi i PDTA formalmente adottati non vengono implementati correttamente, per mancanza di coordinamento tra professionisti, scarsa digitalizzazione e assenza di responsabilità definite. Diventa urgente ripensare i processi in chiave sistemica, superando la logica a silos e puntando a una governance integrata. Questo richiede un cambio di paradigma manageriale: non più gestire “pezzi” di organizzazione, ma agire come architetti del sistema, capaci di leggere interdipendenze, ridurre sprechi e attivare sinergie. In questo scenario, risulta fondamentale anche la competenza comunicativa del manager: la capacità di motivare internamente le persone ad abbracciare il cambiamento, e al contempo di rappresentarlo efficacemente verso l’esterno, costruendo consenso e visione condivisa. Di fatto, la leadership si esercita non solo attraverso le decisioni, ma anche attraverso la narrazione del cambiamento, che diventa leva per l’engagement e l’innovazione diffusa.
2. Preparare le strutture a rispondere alle nuove emergenze sanitarie
La pandemia da COVID-19 ha reso evidente quanto sia fragile la capacità di reazione delle strutture sanitarie in assenza di una preparazione specifica. Ma le emergenze non sono solo pandemiche, riguardano anche eventi climatici estremi, crisi umanitarie, migrazioni improvvise, cyber attacchi ai sistemi sanitari. I manager devono essere formati a costruire resilienza organizzativa, ovvero a predisporre sistemi agili, adattivi e capaci di riconfigurarsi rapidamente. Questo comporta lo sviluppo di competenze nel risk management, nella gestione delle crisi, nella programmazione flessibile delle risorse e nella comunicazione efficace in condizioni di emergenza.
3. Competenze digitali per una sanità in trasformazione
Sappiamo bene che la trasformazione digitale non è più una prospettiva futura, ma una realtà già in atto: dalla telemedicina all’intelligenza artificiale, dalla gestione avanzata dei dati sanitari all’uso di strumenti di automazione nei processi amministrativi e clinici. Non mancano fra l’altro i finanziamenti per agevolare questo processo; solo attraverso il PNRR sono stati stanziati oltre 2 miliardi di euro per digitalizzare la sanità italiana, puntando su interoperabilità, fascicolo sanitario elettronico e telemedicina. Tuttavia, la capacità delle aziende sanitarie di assorbire e tradurre questi investimenti in cambiamento reale è ancora disomogenea; secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, solo il 38% delle strutture ha già competenze organizzative e professionali adeguate per sostenere l’adozione di nuovi strumenti digitali. Formare i leader della sanità alle competenze digitali non significa trasformarli in esperti tecnici, ma renderli capaci di guidare la trasformazione, valutare l’impatto delle tecnologie, governare il cambiamento culturale e organizzativo che ne consegue.
Stiamo vivendo un’evoluzione trasformativa senza precedenti che può destare anche incertezza e preoccupazione verso un futuro ancora poco definito. Il cambiamento, però, non è solo una questione tecnologica o normativa: è prima di tutto una questione di persone, di competenze e di cultura organizzativa. E proprio per questo la formazione manageriale assume oggi un valore strategico: non più semplice aggiornamento, ma leva trasformativa per coltivare una mentalità pronta, vigile e aperta al cambiamento continuo, capace di guidare il sistema verso il futuro.
FABRIZIO D’ALBA è Direttore generale Policlinico Umberto I di Roma e Presidente Nazionale Federsanità
ROSSELLA FERRERI è Responsabile UCBM Academy presso Università Campus Bio-Medico di Roma