MONDO FORMAZIONE

ANTICIPARE PER COSTRUIRE STRATEGIE DI SUCCESSO

FLAMINIA FAZI

Giugno 2025

 

Le aziende non falliscono per mancanza di dati, ma per mancanza di domande giuste per elaborarli. Questa affermazione, semplice ma potente, riassume una delle verità più sottovalutate nel mondo executive.

In un mercato in continua trasformazione, dove incertezza e velocità sono le uniche costanti, la capacità di intercettare con anticipo le sfide è un vantaggio competitivo irrinunciabile. E il modo più potente per farlo non è prevedere, ma porre le domande strategiche giuste al momento giusto.

La domanda è un atto di attenzione. Quando un executive si allena a porsi (e porre) domande intelligenti, espande la propria capacità di lettura della realtà, intercetta segnali deboli e individua con più rapidità le aree critiche prima che diventino problemi.

Esempi di domande chiave per anticipare:

- Cosa ci stiamo abituando a tollerare che prima non era accettabile?

- Dove stiamo performando bene ma non stiamo più crescendo?

- Quali conversazioni stiamo evitando?

- Dove stanno cambiando più velocemente le aspettative dei nostri clienti?

- Cosa potremmo vedere oggi che tra sei mesi sarà troppo tardi?

 

Le domande hanno un’architettura

Dietro ogni domanda c’è una struttura invisibile fatta di intenzione, linguaggio e, soprattutto, presupposti. Un presupposto è ciò che diamo per vero, senza metterlo in discussione, quando formuliamo una domanda.

Ecco perché, in azienda, domande superficiali generano risposte superficiali. Invece, quando un leader sviluppa la capacità di riconoscere e modificare i propri presupposti, crea domande che aprono nuove prospettive. Quale idea sta condizionando o limitando l'esplorazione?

Ad esempio, chiedere: "Come possiamo aumentare la produttività del team?" presuppone che il team non sia abbastanza produttivo. Ma chiedere: "Cosa rende questo team già efficace, e dove potremmo amplificare quel valore?" parte da un presupposto completamente diverso, orientato al potenziale, non al problema.

Le decisioni strategiche più efficaci nascono da una comprensione profonda e sfaccettata della realtà. Le domande servono non solo a raccogliere informazioni, ma anche a trasformare il modo in cui le persone pensano, si relazionano e costruiscono senso.

Le domande:

- attivano confronto e pensiero critico;

- mettono in discussione consuetudini e credenze obsolete;

- stimolano l’immaginazione e la generazione di alternative.

 

Creare un'agenda di domande strategiche

Ogni executive dovrebbe costruire una sorta di "radar interrogativo" che orienti l’attenzione e la riflessione su aree ad alto impatto:

- quali assunti stanno guidando le nostre scelte?

- cosa non stiamo mettendo in discussione?

- quali feedback stiamo ignorando?

- quali segnali ci disturbano, e per questo li stiamo trascurando?

- se un competitor entrasse oggi nel nostro mercato, cosa vedrebbe che noi non vediamo più?

Il leader di oggi non può essere il depositario di tutte le risposte. È un facilitatore di visione, capace di creare contesti in cui le domande più difficili possono essere esplorate con apertura.

Fare domande non significa rinunciare all’autorità. Significa usarla per amplificare la lucidità collettiva. Le domande ben poste attivano connessioni, trasformano conversazioni, allineano le energie. Le domande allenano le intelligenze disponibili nell'organizzazione, stimolano responsabilità, accountability e flessibilità.

Porre domande non è solo tecnica: è intelligenza relazionale, sensibilità sistemica e coraggio evolutivo. Le aziende che coltivano leader capaci di costruire e porre domande ad alto impatto sono più pronte ad affrontare l’incertezza, più veloci nell’innovare, più profonde nel decidere.

Nella complessità dell’oggi, il vantaggio competitivo non risiede solo nei dati o nelle tecnologie, ma anche nella capacità di pensare meglio, e pensare meglio nasce da domande migliori.

Il futuro della leadership non sarà fatto di supereroi con tutte le risposte, ma di menti aperte che pongono domande nuove, e ascoltano davvero con lo scopo consapevole di costruire realtà nuove.

"Le domande sono come chiavi: aprono porte che nemmeno sapevamo esistessero”.

Quale porta vuoi aprire oggi?

 

 

FLAMINIA FAZI è CEO U2COACH e The Performance Solution. Sul tema della capacità di porre le domande giuste al momento giusto terrà il corso “Executive Thinking: domande per decidere meglio. Superare il mito del “dire” per guidare, sviluppare e innovare”, in modalità online in sincrono e in presenza dal 29 settembre al 20 novembre. Su questo tema ha inoltre appena pubblicato il libro Che risposta cerchi? L’arte di fare la domanda giusta per ricevere la risposta migliore, edito da Mind Edizioni.

 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Hbr Italia

Caratteri rimanenti: 400