MONDO FORMAZIONE

LA MANAGERIALITÀ DEL FUTURO:
SOLIDO EQUILIBRIO TRA TECNICA E UMANESIMO

LUDOVICA FIASCHI

Maggio 2025

 

La managerialità, intesa come il complesso delle competenze e degli approcci necessari per guidare e gestire persone e risorse in un’organizzazione, deve, in un’epoca assai complessa e dove la complessità è il contesto in cui agire, essere reinterpretata attraverso un’ottica che concili la dimensione tecnica con quella umanistica. Questo significa integrare la conoscenza dei processi, degli strumenti e delle strategie di gestione, riponendo una grande attenzione sulle relazioni umane, sulla leadership etica e sulla valorizzazione del capitale umano e soprattutto operare nella piena coscienza dei propri limiti e del giusto equilibrio.

Viviamo in un mondo dominato dalla dimensione tecnica e tecnologica, un mondo cioè dove tutto funziona e deve funzionare perché l’uomo è riuscito a comprendere pienamente i processi di gestione, le metodologie di pianificazione e controllo, l’utilizzo di strumenti digitali e delle tecniche di gestione del cambiamento. Tuttavia, questa esaltazione quasi illimitata della tecnica, rischia di allontanarci dai princìpi fondamentali della tradizione filosofica classica: la conoscenza di sé e il senso della misura, insegnamenti che dovrebbero orientare ogni agire umano, compreso quello manageriale.

La dimensione umanistica invece rappresenta la profonda comprensione delle dinamiche interpersonali, della capacità di motivare e ispirare i collaboratori, di creare un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, di favorire la collaborazione e il confronto. Essa implica sforzi diversi che sottendono capacità empatiche e di cura delle relazioni, oltre che dell’organizzazione.

Le nuove generazioni hanno forse più chiara questa traiettoria di sviluppo che si incentra nel ritrovare un orizzonte di senso e nel ristabilire un equilibrio tra vita lavorativa e privata. Tale dicotomia richiama l’antica distinzione aristotelica tra "bios praktikos" (vita attiva) e "bios theoretikos" (vita contemplativa), come delineato nell’Etica Nicomachea, dove il filosofo suggerisce che la vera eudaimonia (felicità o fioritura umana) richiede un equilibrio armonioso tra azione e contemplazione (Aristotele, IV sec. a.C.).

Questi riscontri gettano luce su quello che oltreoceano è stato definito come il movimento della "Yolo Economy, You Only Live Once (si vive una volta sola) Economy": un cambio di approccio che porta non tanto a voltare le spalle al lavoro quanto a risignificare il valore del lavoro, a riposizionare il lavoro entro le proprie biografie.

Evolve di conseguenza il concetto di "giuste condizioni di impiego", che riguardano certo la presenza di adeguati standard di retribuzione, sicurezza, tutela, ma includono anche la rispondenza alle competenze possedute, la sostenibilità dell’impegno dentro i corsi di vita e l’equilibrio con le altre sfere della realizzazione di sé. Martha Nussbaum e Amartya Sen, con il loro "approccio delle capacità", offrono una cornice teorica che permette di comprendere come il benessere professionale non possa prescindere dalla possibilità di sviluppare ed esprimere pienamente le proprie potenzialità umane (Nussbaum & Sen, 1993).

La managerialità del futuro non potrà più semplicemente essere la gestione di risorse, ma la gestione di persone, con un occhio di riguardo alla dimensione umana e all’etica. Un manager che sa integrare la competenza tecnica con una profonda comprensione delle dinamiche umane, individua, comprende e valorizza talenti, ma rispetta anche i limiti e gli equilibri umani che si accordano indissolubilmente ai ritmi naturali. La natura si configura così non solo come contesto, ma anche come dimensione di senso per l’uomo, in una prospettiva che superi il paradigma della semplificazione per abbracciare un pensiero complesso che riconosca l’intreccio indissolubile tra uomo e natura, tra tecnologia e umanità, tra gestione e cura (Morin, 1990). Nell’ambito della formazione manageriale, BiG academy si colloca proprio in una prospettiva che riprende, in chiave contemporanea, l’antica idea greca di paideia: non come semplice acquisizione di competenze tecniche, ma come percorso di sviluppo integrale della persona. Un cammino orientato allo sviluppo umano e alla costruzione di un equilibrio tra le diverse dimensioni dell’essere, in un contesto in cui l’apprendimento è anche collettivo, relazionale e genera un senso condiviso.


Riferimenti bibliografici:

Aristotele (IV sec. a.C.), Etica Nicomachea.

Nussbaum, M., & Sen, A. (1993), The Quality of Life.

Morin, E. (1990), Introduzione al pensiero complesso.

 


LUDOVICA FIASCHI è Institutional affairs senior manager Baker Hughes e Direttrice BiG Academy

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