MONDO FORMAZIONE

L’IMPORTANZA CRUCIALE DELLA FORMAZIONE SUGLI STILI DI VITA SANI IN AZIENDA

Un approccio multidisciplinare guidato dal medico del lavoro

PASQUALE D’AUTILIA

Maggio 2025

In vent’anni di affiancamento a innumerevoli realtà aziendali, dalle botteghe artigiane alle grandi industrie, ho assistito a una trasformazione radicale del concetto di “salute in azienda”. Non è più relegata ai soli controlli sanitari obbligatori per i rischi specifici. Oggi, la salute si coltiva quotidianamente, influenzata profondamente dalle nostre abitudini extra-lavorative: alimentazione, riposo, movimento, gestione dello stress. È per questo motivo che ho scritto il libro appena pubblicato da Mind Edizioni Lavoro, mangio, mi muovo. Alimentazione, attività fisica e stress. Sopravvivere alla società iperconnessa.

 

 

Ritengo che investire nella formazione su stili di vita corretti sia una delle strategie più lungimiranti per un’azienda. Un beneficio che si estende dal benessere dei dipendenti alla solidità ed efficienza dell’organizzazione stessa. In un contesto di crescente scarsità di medici di medicina generale, il medico del lavoro assume un ruolo ancora più centrale: spesso è uno dei pochi medici con cui i lavoratori hanno un contatto regolare e può fungere da coordinatore di un approccio più ampio alla salute.

 

Oltre la medicina del lavoro tradizionale: la mia esperienza

Agli inizi della mia carriera, la medicina del lavoro si concentrava su visite di idoneità, brevi consigli, certificati e burocrazia. L’introduzione dei software ha ottimizzato il lavoro, semplificando la gestione delle cartelle cliniche. Aspetti fondamentali, certo, ma spesso insufficienti.

Quante volte ho visitato lavoratori "idonei" che convivevano con crescenti problemi cronici? Non si trattava solo di questioni cliniche, ma di stili di vita inadeguati. Ho compreso che, per aiutare realmente i lavoratori, era necessario supportare le aziende nella creazione di una cultura del benessere più ampia, sfruttando anche la posizione privilegiata del medico del lavoro come punto di riferimento sanitario e come figura capace di orchestrare l’intervento di esperti specifici.

 

“Stili di vita corretti”: un approccio a 360 gradi che richiede competenze diverse

Quando parlo di “stili di vita corretti”, mi riferisco a cinque pilastri interconnessi, per affrontare i quali il medico del lavoro deve collaborare attivamente con figure professionali dedicate:

- alimentazione equilibrata: il medico del lavoro può sensibilizzare, se necessario con il supporto di un nutrizionista, piani personalizzati, tenendo conto dell’attività lavorativa svolta;

- attività fisica regolare;

- gestione dello stress: il medico del lavoro può fornire strumenti di base, ma uno psicologo o un counselor sono essenziali per tecniche più approfondite;

- sonno di qualità: il medico del lavoro può dare indicazioni generali, ma in caso di disturbi specifici è necessario il consulto con specialisti del sonno;

- corretta esposizione alla luce e protezione ambientale.

 

Un approccio efficace richiede quindi una sinergia di competenze, con il medico del lavoro come punto focale per l’individuazione dei bisogni e l’indirizzamento verso gli specialisti più adatti.

 

Perché l’azienda dovrebbe farsi carico di questa formazione multidisciplinare?

Molti datori di lavoro inizialmente obiettavano: “Dottore, noi paghiamo per il lavoro, non per la formazione sullo stile di vita privato dei dipendenti.” Un’obiezione comprensibile, ma miope, soprattutto considerando le difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria di base.

Un lavoratore in salute è un lavoratore più efficiente, meno incline a malattie e infortuni, più presente e motivato. Questo si traduce in maggiore produttività, riduzione dei costi sanitari e un miglioramento del clima aziendale complessivo. In questo scenario, il medico del lavoro diviene una risorsa preziosa per intercettare precocemente problematiche legate agli stili di vita e per attivare la rete di esperti necessari.

 

Strategie pratiche per una formazione efficace con il supporto di esperti

La parola “formazione” può intimorire, evocando corsi lunghi e teorici. La mia esperienza suggerisce un approccio pratico e integrato, con il medico del lavoro che coordina l’intervento di professionisti specifici:

- pillole formative brevi tenute da esperti: incontri mirati di 30 minuti condotti da nutrizionisti, psicologi, fisioterapisti;

- materiale visivo efficace creato da professionisti: guide pratiche sull’alimentazione sana, esercizi di rilassamento, consigli per un buon sonno;

- consulenze individuali o di gruppo con specialisti: sessioni dedicate su temi specifici, su indicazione del medico del lavoro;

- coinvolgimento attivo con il supporto di professionisti: sfide a squadre con programmi personalizzati da esperti;

- incontri periodici con il medico del lavoro: non solo visite, ma anche momenti di ascolto e indirizzamento verso gli specialisti più adatti;

errori comuni da evitare: pensare che il medico del lavoro possa fare tutto da solo.

 

Dopo vent’anni, ho imparato cosa non funziona: approccio moralistico, programmi troppo ambiziosi, trascurare il management, improvvisazione e, soprattutto, non riconoscere la necessità di un approccio multidisciplinare. Il medico del lavoro è un elemento chiave, ma non può e non deve sostituirsi a figure specialistiche.

 

In alcune aziende, abbiamo iniziato con interventi minimi ma significativi, coinvolgendo fin da subito nutrizionisti per la mensa aziendale o psicologi per brevi sessioni di gestione dello stress. In questo percorso, il medico del lavoro ha un ruolo cruciale di sensibilizzazione, coordinamento e monitoraggio dell’efficacia degli interventi degli specialisti.

 

Il futuro: un benessere integrato nella cultura aziendale con un team di esperti coordinato

Credo che presto si parlerà di “formazione continua al benessere” tanto quanto di “formazione obbligatoria sulla sicurezza”. Un’azienda che investe nel benessere dei propri dipendenti, soprattutto in un contesto di difficoltà di accesso all’assistenza sanitaria di base dove il medico del lavoro può fare la differenza coordinando un team di esperti, investe nella propria crescita e resilienza.

 

Noi medici del lavoro abbiamo un ruolo chiave: non solo certificare, ma educare, consigliare, facilitare questo cambiamento culturale, promuovendo attivamente la collaborazione con le diverse figure professionali necessarie.

 

Quando propongo un percorso di formazione sugli stili di vita, il mio messaggio è sempre lo stesso: “Non è una moda, ma un modo per essere più forti, più resilienti, più umani.” E in un sistema sanitario sotto pressione, attivare e coordinare un team di esperti rappresenta un valore aggiunto inestimabile per la salute dei lavoratori.

 

 

PASQUALE D’AUTILIA è medico chirurgo, specializzato in Medicina del lavoro, posturologo, medico antiaging advisor, prevenzione della salute sui luoghi di lavoro. Dal 2001 segue personalmente come medico del lavoro circa 500 aziende di grandi, medie e piccole dimensioni.  È autore del libro appena pubblicato da Mind Edizioni Lavoro, mangio, mi muovo. Alimentazione, attività fisica e stress. Sopravvivere alla società iperconnessa. È inoltre autore del libro Power postural training e co-autore del volume La medicina funzionale. Tedx talker, relatore in convegni nazionali e internazionali, è socio fondatore e direttore sanitario di Sinergia medicina del lavoro. È Maestro V dan di karate, fondatore e presidente del Cerchio Rosso, associazione sportiva culturale. Organizzatore di eventi dedicati alla salute, è presidente e ideatore di I.H.A Italian health Award, primo Oscar italiano dedicato alla salute. www.pasqualedautilia.it

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