MONDO FORMAZIONE
FULVIO RAVAGNANI
Novembre 2024
Dal 2021 l’Italia ha riguadagnato il primato nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco con 58 siti iscritti, superando Cina, Germania, Spagna e Francia. Nel nostro Paese le strutture museali sono diffuse in modo abbastanza capillare, anche se per oltre un terzo sono localizzate in comuni fino a 5.000 abitanti, quasi per il 40% in aree di difficile accesso e solo per il 12 % nelle città metropolitane. Tuttavia queste ultime – secondo dati Istat – nel 2020 hanno accolto il 43% dei visitatori totali di beni appartenenti al patrimonio artistico nazionale. Questo ci fa capire che è un settore interessantissimo dal punto di vista economico, tanto è vero che il PNRR ha stanziato 6,68 miliardi di euro a favore del rilancio dei settori cultura e turismo, pari al 16,6% dei fondi dell’intera Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Certo è che al gruppo dei beni culturali più canonici bisognerebbe aggiungere arti più contemporanee, che raccontano la complessità dei nostri giorni come il cinema, l’editoria, la musica, il teatro e ovviamente le arti visive digitali.
Una tendenza, che possiamo notare soprattutto nelle grandi città, è l’arrivo dei privati nel mercato delle arti, con progetti e finanziamenti ad hoc, proprio come succede da anni in molti Paesi occidentali stranieri. A Milano, per esempio, gli investimenti sul patrimonio artistico e sul settore culturale provenienti da realtà private hanno superato quelli del pubblico, confermando ancora una volta l’importanza economica del settore. Oltre al valore economico dell’indotto c’è una sempre maggior necessità di appropriarsi di valori da poter raccontare e comunicare da parte di aziende e brand di qualsiasi natura merceologica, dal terzo settore alla moda, dal mondo finance alla grande distribuzione. Per compiere queste operazioni c’è bisogno di esperti di comunicazione, che sappiano costruire strategie coerenti con l’identità e l’heritage di brand, con un bagaglio culturale rotondo e la capacità di applicare e valutare la creatività in modo concreto e preciso. Per questa ragione alla Scuola di Comunicazione dell’Istituto Europeo di Design abbiamo deciso di aprire un corso di laurea triennale in “Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo”, dandoci l’obiettivo di preparare giovani professionisti che sappiano combinare strategia e creatività in progetti culturali nel contesto nazionale e straniero, applicando strumenti tradizionali e digitali, uniti a competenze culturali e relazionali solide.
Costruire una carriera nel campo della comunicazione per il settore artistico e culturale significa acquisire un know-how teorico e tecnico allo stesso tempo, al fine di poter comprendere e interpretare il panorama in continua evoluzione del mercato di riferimento, delle piattaforme digitali e delle potenzialità dei media, e per progettare strategie innovative per le industrie culturali: arte, cinema, fotografia, teatro, editoria e musica.
Le competenze che un professionista deve acquisire afferiscono a discipline dall’approccio storico, per costruirsi un bagaglio culturale e di riflessione necessario ad affrontare la varietà di contesti offerti dal mercato. Inoltre è fondamentale avere una solida preparazione metodologica dei processi di comunicazione per garantire strategie coerenti con gli obiettivi delle imprese artistico-culturali con un approccio sistemico. Creare un progetto e una campagna correlata di comunicazione significa avere una visione chiara e critica soprattutto di chi è il pubblico destinatario, che sempre più ha un ruolo integrato e attivo nel processo comunicativo. È necessario un percorso di preparazione adeguato per entrare sia nel settore pubblico sia in quello privato come fondazioni artistiche o gallerie d'arte, ma anche agenzie di comunicazione e società di produzione specializzate o divisioni comunicazione in aziende con progetti artistico-culturali attivi.
FULVIO RAVAGNANI è Head of Communication School di IED Milano