MONDO FORMAZIONE
JAY SAMIT
Maggio 2024
Sebbene si sia scritto molto sul potenziale impatto negativo dell’IA sul mercato del lavoro globale, gli studi dimostrano che saranno le donne a sopportarne maggiormente il peso. L’intelligenza artificiale generativa sta rapidamente rimodellando il panorama delle professioni, automatizzando attività di routine e specializzando il lavoro umano. Dai chatbot di customer service alle piattaforme commerciali algoritmiche, le tecnologie stanno trasformando il modo in cui il lavoro viene svolto in un’ampia gamma di settori. Allo stesso tempo, tuttavia, l’adozione dell’IA solleva preoccupazioni sulla prevedibile scomparsa di posti di lavoro e sui rischi di esacerbare le disparità di genere.
“Mentre sempre più persone abbandonano le occupazioni che stanno diventando meno ricercate, l’economia potrebbe tendere verso lavori con retribuzioni più alte”: secondo un rapporto 2023 del McKinsey Global Institute, i lavoratori che svolgono mansioni a basso salario hanno una probabilità fino a 14 volte maggiore di dover cambiare occupazione, e la maggior parte di essi avrà bisogno di competenze aggiuntive. McKinsey prevede inoltre che, nei prossimi cinque anni, il 30% delle ore oggi lavorate sarà automatizzato grazie all’IA.
Le professioni impiegatizie, che comprendono in genere ruoli in settori come l’amministrazione, la finanza, la sanità e l’istruzione, storicamente impiegano un numero significativo di donne. Secondo l’U.S. Bureau of Labor Statistics, le donne rappresentano oltre la metà della forza lavoro nelle professioni di supporto amministrativo e quasi i tre quarti nelle professioni di supporto sanitario. La Commissione Europea calcola che l’impatto sulle donne sarà persino maggiore in Europa, dove le donne rappresentano il 66% del settore impiegatizio. Si stima, infatti, che entro il 2030 la richiesta di personale nel settore impiegatizio diminuirà del 18% e del 13% nel settore customer care.
Un’analisi in tutti i settori industriali condotta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) stima ancora che l’11% delle mansioni attualmente gestite da umani è a rischio. I più recenti progressi dell’IA nella gestione di compiti cognitivi come la gestione di database e la programmazione potrebbero, inoltre, sostituire la maggior parte del lavoro d’ufficio.
Un ulteriore studio dell’ILO si spinge ancora più in là: esaminando tutte le fasce di reddito dei Paesi sviluppati, ha rilevato che l’automazione dell’IA potrebbe potenzialmente sostituire l’8,5% dell’occupazione femminile, rispetto ad appena il 3,9% di quella maschile.
Sono diversi i fattori che contribuiscono alla maggiore vulnerabilità delle donne di fronte alla trasformazione del lavoro nell’era dell’IA: barriere sistemiche come la segregazione occupazionale, il gap salariale e un più limitato accesso alle opportunità di istruzione e formazione. Inoltre, ci sono le aspettative della società, che spesso attribuiscono le responsabilità di cura alla donna, imponendo ulteriori oneri e ostacoli alla possibilità di adattarsi ai cambiamenti in corso nel mondo del lavoro.
“L’IA generativa già esistente potrebbe portare a grandi sconvolgimenti del mercato del lavoro o incrementare enormemente la crescita economica. In ogni caso, è destinata a cambiare le carte in tavola per milioni di noi", ha dichiarato Carsten Jung, economista senior dell’Institute for Public Policy Research (IPPR). “Ma la tecnologia non è un destino e l’apocalisse occupazionale non è inevitabile: i governi, i datori di lavoro, i sindacati oggi hanno l’opportunità di prendere decisioni progettuali per assicurarsi di gestire bene questa nuova tecnologia”.
Senza politiche governative e industriali proattive, decenni di progressi per la forza lavoro femminile europea rischiano di essere annullati. Negli anni ‘80, le donne rappresentavano solo il 40% della forza lavoro nei Paesi europei avanzati. Politiche governative progressiste e dinamiche sociali hanno portato la partecipazione femminile all’80%. Affrontare l’impatto dell’IA nell’occupazione femminile richiede un approccio multiforme, pronto a fronteggiare le disuguaglianze sistemiche e a dare potere alle donne nei luoghi di lavoro.
Ogni giorno sempre più persone utilizzano i Large Language Models", afferma il direttore generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, aggiungendo: “Queste nuove applicazioni dell’IA hanno il potere di plasmare in maniera sottile le percezioni di milioni di persone. Anche piccoli pregiudizi di genere nei contenuti possono amplificare significativamente le disuguaglianze nel mondo reale”.
“Quando non si entra in queste serie di dati e non si fa un’attenta verifica, revisione e correzione, le donne e i concetti legati alle donne sono ancora rappresentati in modo molto stereotipato”, ha dichiarato Abeba Birhane, senior adviser in AI accountability della Mozilla Foundation.
L’IA e gli algoritmi hanno un impatto significativo sulla nostra società: garantire una rappresentanza diversificata nella ricerca e nello sviluppo aiuterà a mitigare i pregiudizi che potrebbero annullare decenni di progressi sociali. Perché ciò avvenga è fondamentale che governi e imprese investano nell’istruzione e nella formazione. Facilitare l’accesso, per le donne, all’istruzione STEM e a programmi di upskilling è lo strumento essenziale per garantire una partecipazione paritaria nella nuova economia digitale dell’IA.
“Le aziende oggi possono utilizzare l’IA per identificare problemi esistenti, ma che non sono visibili, o per rilevare problemi emergenti, come un sistema di allarme. Possono far emergere i pregiudizi e agire di conseguenza”, afferma Ege Gürdeniz, Dean della AI Academy.
Quanto più a lungo i pregiudizi dell’IA resteranno incontrollati tanto più pervasivo sarà il loro impatto sulla società. Secondo l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto, entro il 2026 il 90% dei contenuti su Internet sarà creato con l’IA. E poiché si prevede che l’IA avrà un impatto su 300 milioni di posti di lavoro a livello globale entro la fine di questo decennio, garantire l’upskilling delle persone dovrebbe essere una delle priorità dei governi di tutto il mondo.
Jay Samit, già Independent Vice Chairman di Deloitte e uno dei massimi esperti internazionali di innovazione, tecnologia e intelligenza artificiale, approfondirà gli impatti dell’IA sul futuro del mondo del lavoro al Leadership Forum di Performance Strategies, il business event dedicato alla leadership e al management, che si svolgerà il 16 e 17 ottobre a Milano, al Teatro degli Arcimboldi.
JAY SAMIT è imprenditore e Chairman di VERSES Technologies Inc, leader nel settore dell’AI. Ha ricoperto le massime cariche dirigenziali in numerose major discografiche, tra cui Sony, Universal ed EMI, dove è stato pioniere della distribuzione digitale di contenuti audio, video e e-book.
Collaboratore di grandi innovatori come Bill Gates, Steve Jobs e Richard Branson, tra i suoi clienti conta, tra gli altri, Adobe, Amazon, American Express, Disney, Google e Unilever.
Autore bestseller, tiene una rubrica dedicata alle tecnologie esponenziali su Fortune e i suoi contributi appaiono regolarmente su Bloomberg, The New York Times, Harvard Business Review, The Economist, Forbes.