MONDO FORMAZIONE
GIANNI CAMPATELLI
Novembre 2023
La quarta rivoluzione industriale, Industria 4.0, è ormai stata compresa dalla maggior parte delle imprese e l’importanza della digitalizzazione dei processi, dell’introduzione di digital twin e di sistemi cyber fisici è ormai riconosciuta a livello globale. È anche diffusa la consapevolezza che soluzioni basate su questi precetti siano fondamentali per un ulteriore sviluppo delle aziende e che la transizione verso tali approcci sia ineluttabile per aziende orientate allo sviluppo di futuri, ulteriori, business.
Il passaggio alle tecnologie proposte da Industria 4.0 non è comunque sempre stato facile, sia per ragioni di indisponibilità di soluzioni hardware appropriate, a causa dello shock produttivo indotto dalla pandemia sia, soprattutto, a causa della scarsa disponibilità di competenze adatte per trasferire tali tecnologie in un contesto produttivo; in particolare le maggiori criticità si sono verificate per le competenze digitali.
Tali competenze sono poco diffuse fra il personale già impiegato e il numero del nuovo capitale umano formato su questi temi è insufficiente a coprire tutte le richieste del mondo del lavoro. A questo si aggiunge la grande competizione delle industrie produttive con altri settori, come software house sia locali sia multinazionali, in genere in grado di offrire retribuzioni più alte fino dal primo ingresso in azienda. Il settore industriale si trova quindi al centro di un paradosso: da un lato sente fortemente la pulsione a digitalizzare i suoi processi, dall’altro ha la difficoltà ad acquisire nuove risorse in grado di supportare questo cambiamento. Il reskilling del personale già inserito nell’azienda è un percorso che molte aziende hanno iniziato, in quanto la possibilità di avere un aumento considerevole di nuovo capitale umano formato sui temi di interesse è una prospettiva di medio termine, vista la necessaria riorganizzazione del sistema formativo e i tempi necessari per la formazione di nuove figure professionali. Il reskilling presenta comunque delle difficoltà perché, sebbene l’utilizzo di soluzioni digitali sia molto diffuso per una pluralità di attività quotidiane, il gap di competenze per passare da utilizzatore di servizi digitali a gestore o programmatore di tali processi rimane consistente, e questo richiede un percorso formativo lungo e complesso.
Industria 5.0 nasce anche sulla base di queste criticità, con l’obiettivo di facilitare l’introduzione delle tecnologie Industria 4.0 grazie a una maggiore attenzione all’human factor e alla sua formazione/crescita, definendo alcune strategie per rendere più sostenibile, semplice ed efficace l’introduzione di soluzioni digitali all’interno di una realtà produttiva. Il focus si sposta dalla scelta della tecnologia basata su considerazioni di efficientamento e produttività a come questa possa essere utilizzata per supportare lo sviluppo di un’azienda più consapevole, in grado di migliorare la motivazione del personale e offrire opportunità di formazione e crescita professionale. Semplificando il concetto, Industria 4.0 ha avuto l’obiettivo di individuare le tecnologie più adatte alla digitalizzazione delle imprese, mentre Industria 5.0 risponde alla domanda su come queste tecnologie possano essere introdotte con successo all’interno dell’azienda, considerando come attori più importanti i lavoratori. Con Industria 5.0 si vuole creare, soprattutto grazie all’utilizzo di soluzioni digitali, un ambiente di lavoro più collaborativo, costituito da un ambiente socialmente stimolante che si prenda cura del lavoratore, identificando i suoi bisogni, supportandolo nello sviluppo delle sue attività quotidiane e permettendo così la sua crescita. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario che l’azienda allarghi il proprio contesto di riferimento, diventando conscia delle relazioni fra le attività lavorative e private, cercando di coniugare un bilanciamento fra le esigenze per migliorare la soddisfazione del lavoratore e l’attrattività dell’azienda, in modo da porre le basi per la creazione di un ecosistema più connesso con vari ambiti (ad esempio: trasporti, sanità, formazione), spesso denominato Società 5.0. In questo contesto diventano fondamentali anche gli altri aspetti su cui Industria 5.0 si concentra, come la valutazione e il miglioramento dell’impatto che l’azienda ha sulla società, dalla sostenibilità ambientale allo sviluppo di un contesto economico in grado di supportare lo sviluppo sociale. La consapevolezza della necessità di una maggiore interconnessione fra aziende e società, la digitalizzazione, la sostenibilità di prodotto e di processo, le energie rinnovabili e l’economia circolare sono tutti temi trattati dal Master BiG Academy, che ha l’obiettivo di formare quadri e dirigenti in grado di affrontare le prossime sfide di un contesto sociale e produttivo caratterizzato da cambiamenti sempre più rapidi.
GIANNI CAMPATELLI è Professore Associato presso Università degli Studi di Firenze, afferente al Dipartimento di Ingegneria Industriale. Presso lo stesso Ateneo tiene i corsi di “Optimization and Innovation of Production Processes” e “Manufacturing Systems”. A livello di ricerca, si occupa dell’innovazione dei processi produttivi, con particolare interesse per le lavorazioni additive, di asportazione di truciolo e ibride, contribuendo allo sviluppo di modelli per l’ottimizzazione delle prestazioni e riduzione impatto ambientale. Ha partecipato come coordinatore della sede a vari progetti Europei (FP7 e H2020) sul tema della digitalizzazione dei processi produttivi. Si occupa di attività di trasferimento tecnologico e ricerca conto terzi per aziende nel settore della produzione meccanica.