MONDO FORMAZIONE
EMANUELA PIGNATARO
Ottobre 2023
Le competenze tech diventano obsolete in media ogni due anni e mezzo. Se ne aveva la sensazione “a pelle” ma lo ha tracciato puntualmente il rapporto 2023 della statunitense PluralSight LLC, che dalle rocce dello Utah offre formazione tecnica – inutile dirlo – rigorosamente online. Gli addetti ai lavori, dunque, sono perennemente impegnati a rincorrere l’inesorabile passo delle innovazioni tecnologiche e costantemente alle prese con nuove lacune da colmare. Si coprono le spalle e si scoprono i piedi. In questo scenario Data Science, sicurezza informatica e cloud computing emergono secondo il report PluralSight come le competenze business-critical cui dare priorità per contribuire alla buona salute delle aziende. Non senza ignorare le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale che, prendendo le mosse dal primo neurone artificiale del 1943, sta oggi prepotentemente conquistando ogni minuto e ogni centimetro della vita delle organizzazioni: chatbot, configuratori di prodotti, creatori di immagini, traduttori istantanei, co-sviluppatori di software, redattori di testi, solo per citarne uno zero virgola.
Cosa possono fare le aziende per supportare i propri team tech a uscirne vincenti? Il report PluralSight osserva come la quasi totalità (il 97%) dei Responsabili delle Risorse Umane stia privilegiando i talenti interni anziché l’ingresso dall’esterno di nuovi professionisti per le posizioni aperte. La questione diventa quindi un tema di un – molto più pratico – processo di upskilling: come possono i Learning & Development Manager aziendali garantire che la propria organizzazione abbia le competenze tecnologiche necessarie per prosperare in un ecosistema tecnologico liquido, in continua evoluzione?
La risposta – piuttosto banale – sta nell’aggiornamento di tali competenze, che non può non essere preceduto da un imprescindibile momento di valutazione dell’as is. Un po' come in palestra, insomma: prima una corretta diagnosi dello stato di forma fisica, poi il piano di allenamenti mirato. Una diagnosi che peraltro rappresenta essa stessa un momento di data analysis… le decisioni dell’azienda rispetto alle lacune da colmare si baseranno proprio su un ampio aggregato di dati. E a proposito di dati, l’87% delle realtà coinvolte dal report PluralSight è consapevole di avere già in essere un gap di competenze o che ne avrà uno nell’arco di pochi anni. La probabilità che molte di tali lacune interessino skill tecniche è piuttosto alta, visto il veloce incedere delle tecnologie e dei suoi strumenti. Il riflesso di tutto ciò sarà rappresentato dalle opportunità per i team tech di ottenere le opportunità di sviluppo di cui hanno veramente bisogno e per l’azienda di colmare in maniera mirata e nel breve termine tutti i gap precedentemente rilevati.
Ma lo scenario è in realtà molto più ampio, più “alto” e di più lungo periodo. Come per tutte le competenze anche per quelle tecnologiche il reale obiettivo delle aziende dev’essere il learning to learn: mettere le persone, team tecnici inclusi, nelle condizioni di imparare a imparare, di essere capaci di farlo continuamente. In Cegos Group crediamo profondamente che l’apprendimento sia esso stesso una competenza e che svilupparla sia un elemento di successo a lungo termine, “a prova di futuro”. Rispetto ai team tecnici, il focus per i Training Manager dovrebbe, quindi, essere su come fornire loro gli strumenti di cui hanno bisogno per apprendere le tecnologie via via emergenti in tempo reale. Solo così è possibile aspirare al fatto che la propria organizzazione diventi in futuro un leader tecnologico anziché un follower. E non è un esercizio di stile: in tempi di incertezza economica lo sviluppo dei talenti tecnologici è incredibilmente importante per alimentare il proprio futuro dall’interno.
E come sempre la vision non basta. Per la messa a terra di questa strategia occorre combinare diverse tattiche. Tra queste, supportare attivamente i team tecnici nel loro percorso di aggiornamento, rendendo nei fatti l’aggiornamento delle competenze una priorità all’interno della propria organizzazione. Come? Fornendo risorse materiali per lo sviluppo delle competenze – laboratori pratici, training on demanad, istruttori a supporto – ma anche creando un ambiente di apprendimento sicuro, a basso rischio, durante l’orario di lavoro. Il report Pluralsight svela come quasi la metà dei manager di team tecnici tema che l’apprendimento durante l’orario di lavoro possa avere un impatto negativo sulla produttività. Quei manager inevitabilmente e probabilmente senza neanche rendersene conto scoraggeranno i propri team, che saranno peraltro già alle prese con mille scadenze da rispettare tra rilasci, consegne, meeting di progetto. E per i quali l’aggiornamento non rappresenta un “nice to have” ma una vera e propria necessità, per prevenire stress e potenziali impatti negativi proprio sulla produttività che i loro manager credono di preservare.
Per trattenere i migliori talenti occorre dunque investire e incoraggiare il miglioramento delle loro competenze, mettendoli materialmente nelle condizioni di farlo. È un tema di cultura dell’apprendimento a tutti i livelli e non limitato, chiaramente, al solo ambito tech. Ed è nuovamente un tema di successo di lungo periodo rispetto alla produttività nel breve termine. Un successo di lungo periodo abilitato dalla tecnologia.
EMANUELA PIGNATARO è Head of Execution & Head of Business Transformation di Cegos Italia