Mondo Formazione

OLTRE LE DIVERSITÀ: LA COMUNICAZIONE EFFICACE E INCLUSIVA IN AZIENDA

CHIARA ALZATI

Gennaio 2023

Si parla tanto di inclusione e di comunicazione inclusiva, ma in una quotidianità caratterizzata dall’iperattività, dalla corsa dietro all’ennesima urgenza, una comunicazione di questo tipo è davvero praticabile o è un’utopia?

Senza contare che, nei miei corsi sulla comunicazione efficace nelle aziende – non lo nascondo –spesso leggo una vena di rassegnazione sui volti delle persone. “Ormai fare i meeting aziendali in un certo modo è diventata una prassi, farli diversamente mi porterebbe a essere la pecora nera”, “Ormai siamo abituati a fare le video call con la webcam spenta, cambiare la vedo difficile”, “Io posso anche impegnarmi per una comunicazione inclusiva, ma ormai certe dinamiche relazionali dentro e fuori l’azienda sono troppo radicate.”

Come sosteneva Gandhi, “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Semplice a dirsi, ma un po’ più difficile da farsi. Del resto, non siamo progettati per il cambiamento. Spesso è più comodo e semplice rimanere in una zona di comfort “pericolosa”, ma nota.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo cosa significa realmente comunicare in azienda in modo empatico e inclusivo.

Innanzitutto, significa considerare se stessi e il reparto nel quale si lavora come parte di un unico ecosistema. La naturale conseguenza di ciò dovrebbe essere che, quando periodicamente si svolgono meeting di aggiornamento tra vari reparti, ciascun portavoce nel fare il punto sull’attività svolta dal proprio reparto si ponesse queste domande:

1-    Come posso rendere comprensibile a tutti ciò di cui parlo? Per farsi comprendere da tutti è importante evitare il gergo tecnico oppure usarlo, ma spiegandolo, ricorrendo ad esempi e metafore.

2-    Come posso far trasparire le emozioni dietro a ciò che comunico? Sottolineo questo punto perché molto spesso, quando si comunica in azienda, lo si fa con tono piatto e monocorde, senza una connotazione emozionale. Per esempio, se il portavoce di un reparto sta comunicando un aumento delle vendite del 10% e lo trasmette in modo asettico, sarà normale che i colleghi che non si occupano di vendite non capiscano se si tratta di una buona o di una brutta notizia. Il tono usato dallo speaker sarà determinante nel far percepire il significato di quella percentuale e dunque nel far sentire il pubblico coinvolto nella conversazione.

3-    Come posso far capire a chi mi ascolta che ciò che dico ha un impatto anche su di lui? Quello che spesso si sottovaluta nella comunicazione è che chi ci ascolta ha il bisogno primario di rispondere a questa domanda: “Cosa c’è per me in quello che sta dicendo lo speaker?”. È chiaro che chi non troverà velocemente risposta a questa domanda smetterà presto di ascoltare. Tanto più se il meeting è online.

4-    Cosa è necessario dire e cosa posso invece omettere? Per far sentire tutti inclusi quando si comunica, è necessario prendere le distanze dal bisogno, molto diffuso, di parlare tanto per dare l’impressione di essere competenti, diligenti e affidabili. Non è inserendo tanti argomenti nel nostro intervento che faremo sentire il nostro pubblico coinvolto, anzi. Creeremo molto probabilmente tanta confusione in chi ci ascolta. E la confusione, si sa, non è certo il presupposto giusto per una piacevole sensazione di inclusione.

Fare tutto ciò implica la disponibilità delle persone a prepararsi per i propri meeting, senza vedere la preparazione come una perdita di tempo. Quando porto il Metodo Parlare Chiaro nelle aziende, mi accorgo di quanto poco tempo venga dedicato alla preparazione minuziosa dei propri interventi. Si pensa a fare le slide, spesso all’ultimo minuto, si prepara un flusso di argomentazioni seguendo il proprio buonsenso e poi lo si espone in modo noioso e con tono monocorde.

Il punto è che per sbloccarsi e adottare una comunicazione davvero efficace e inclusiva è necessario mettersi nell’ottica di investire tempo per prepararsi in modo davvero professionale. L’ideale è farlo applicando un metodo che consenta di risparmiare tempo.

Certo poi la preparazione non basta. Come sostiene Henry Bergson, “La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento di anima”. Questo significa che chiunque è coinvolto in un meeting aziendale deve trasmettere ciò che vuol dire non in modo didascalico e asettico, ma sempre mettendoci grinta, energia e varietà vocale. Mi si dirà: “Sì, Chiara, però facendo tutto quello che dici, sarei troppo diverso dagli altri”.  Ben venga! Imparare l’arte del parlare in pubblico richiede anche il coraggio di essere diversi. Se continuiamo a fare il copia e incolla di quello che abbiamo sempre fatto, per timore del giudizio altrui e di discostarci troppo dallo stile degli altri, perderemo molte occasioni di far arrivare il nostro messaggio e farlo ricordare.

E non è tutto: oltre al coraggio di essere diversi, è necessario anche acquisire la consapevolezza che una comunicazione efficace e inclusiva non si basa mai sul proprio ego e sul giudizio degli altri. Nessuno di noi è perfetto per potersi permettere di giudicare gli altri. In una comunicazione empatica e inclusiva non c’è il dito puntato contro nessuno, bensì c’è il desiderio di conoscersi, confrontarsi e completarsi a vicenda. Quando si affrontano i meeting aziendali con questo intento, anziché con la rassegnazione tipica di chi pensa che “tanto mai nulla cambierà”, possono accadere delle “magie”.

Il potere di far accadere le cose è nostro. Solo nostro. Le cose accadono quando usciamo dal giudizio ed entriamo nella comprensione. Le cose accadono quando smettiamo di etichettare noi stessi e gli altri come “incapaci”, “noiosi”, “arroganti”, “presuntuosi” e ci rendiamo conto che ciascuno di noi è responsabile di una comunicazione più efficace e inclusiva in azienda.

Smettiamo di pensare che tutto ciò è sia un’utopia. Solo così, dal mio punto di vista, potremo arginare in modo consistente fenomeni come il crescente turnover e il sempre più dilagante silent quitting.

 

CHIARA ALZATI è CEO e Founder della Chiara Alzati Srl, azienda di formazione in ambito Public Speaking e Comunicazione efficace per Corporate. È autrice del libro Parlare Chiaro in Azienda. Manuale Pratico di Public Speaking per CEO, Direttori Formazione e HR Manager, pubblicato lo scorso ottobre 2022.

https://parlarechiaro.com/

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