MONDO FORMAZIONE

RESPONSABILITÀ SOCIALE D’IMPRESA, GREAT RESHUFFLE E FORMAZIONE CONTINUA: QUALE FILO LI LEGA?

EMANUELE CASTELLANI

Ottobre 2022

Cos’hanno in comune la Responsabilità Sociale d’Impresa, il Great Reshuffle e la Formazione continua? A metà ottobre, durante l’evento “Decoding the Future” – appuntamento ormai divenuto un classico organizzato da Cegos Italia – è stata proposta una riflessione che pone in correlazione questi tre elementi.

La formazione continua – soft skill o hard skill – è l’indispensabile fattore di garanzia per aziende e lavoratori. Per le imprese l’elemento preferenziale di sostegno alla produttività e l’unica alternativa al predominio evolutivo dell’intelligenza artificiale, per le persone la sola possibilità di continuare a contribuire in maniera distintiva alla creazione di valore in azienda e al contempo la sola possibilità di salvaguardare la propria employability.

Per questo motivo non deve stupire se, da un lato, la formazione continua è considerata dai vertici aziendali la leva più efficace per combattere lo skill shortage – una delle loro principali fonti di preoccupazione – e, dall’altro, la possibilità di accedere con costanza a percorsi formativi efficaci viene ritenuta dalle persone in età da lavoro uno dei principali criteri selettivi per scegliere di entrare o rimanere in un’azienda.

 

Stiamo tratteggiando i confini della connessione emotiva, l’elemento che distingue i concetti di “Great Resignation” e “Great Reshuffle”.

Volendo spiegare rapidamente e in poche e semplici parole questi due termini, la Great Resignation è il fenomeno che fa riferimento a un significativo aumento delle dimissioni volontarie da parte dei lavoratori. Il Great Reshuffle incarna la volontà delle persone di trovare un lavoro che preservi il loro benessere, andando a migliorare il work-life balance, e che sia più allineato ai propri valori. 

 

Tornando alla nostra connessione emotiva, è quell’elemento che accende i riflettori sul fatto che la Great Resignation si scatena laddove la connessione emotiva si spegne, mentre il Great Reshuffle si rileva laddove essa si accende. Il rimescolamento organizzativo, scaturito per l’effetto della job rotation e della somma algebrica tra entrati e usciti da un contesto lavorativo, è l’effetto della costante ricerca di connessione emotiva.

La vera domanda, dunque, è la seguente: “Un’azienda può riuscire a influenzare il livello di connessione emotiva tra sé e i suoi dipendenti?” Dal mio punto di vista sì. Anzi, dovrebbe essere uno dei suoi obiettivi principali.

Fattori come la cultura aziendale, la comunicazione interna e la condivisione di best practice possono influire tanto quanto la retribuzione, l’orario lavorativo, la gestione delle presenze e i carichi di lavoro, anche se i primi sono più impalpabili e i secondi, invece, più quantitativi, dunque misurabili e confrontabili.

La formazione continua – quasi quasi preferisco dire la continuità della formazione – è un fattore trasversale ai due schieramenti, così come la Responsabilità Sociale d’Impresa. Entrambi concorrono trasversalmente a caratterizzare e sostenere l’identità aziendale. “Chi siamo?”.

Tracciare l’identità aziendale consente inclusività e allo stesso tempo esclusività. Per essere certi di includere non bisogna aver paura di escludere. Questa parola può suonare male ai giorni nostri in virtù della crescente importanza attribuita all’inclusività, figlia della gestione delle diversità e madre dell’unicità. Rilevo che non si può essere davvero inclusivi senza essere esclusivi, pena l’offuscamento dell’identità aziendale.

La Responsabilità Sociale d’Impresa rende esplicito il contributo che un’azienda può e decide di dare all’evoluzione della specie. Così facendo comunica, infatti non sta per niente male anche all’interno della strategia di marketing, senza timore di porgere il fianco a critiche dietrologiche di coloro che subito coglierebbero l’occasione per accusare di ostentare per ottenere in cambio. La Responsabilità Sociale d’Impresa dentro la funzione marketing afferma quanto essa sia determinante nel caratterizzare l’identità aziendale.

EMANUELE CASTELLANI è CEO Cegos Italia & CEO Cegos APAC

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