RISORSE UMANE
Come creare posti di lavoro per “colletti blu” di qualità nell’economia della conoscenza
Dennis Campbell, John Case e Bill Fotsch
Marzo 2018
Cinquant’anni fa, se avessi chiesto a un americano qual era un buon impiego per un operaio, avrebbe risposto senza esitazione: lavorare in una grande azienda come la General Motors, la Goodyear o la U.S. Steel. Spesso era presente il sindacato, si veniva pagati bene e c’erano buone indennità. Ed erano posti sicuri: anche se venivi licenziato durante una fase recessiva, era probabile che ti richiamassero non appena le cose ricominciavano a girare per il verso giusto. E valeva non solo per gli Stati Uniti, ma anche per la maggior parte delle altre economie sviluppate.
Ora conviviamo con il retaggio di quell’epoca: molte persone pensano ancora che quello di cui hanno bisogno i colletti blu siano più assunzioni nelle fabbriche. Ma le possibilità di tornare a quell’epoca sono remote. Per cominciare, l’occupazione nel settore manifatturiero è calata costantemente, dal 25% circa della forza lavoro degli Stati Uniti nel 1970 a men
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