GRANDI IDEE
DOUGLAS HOLT
Marzo 2016
Nell’era di Facebook e di YouTube, la costruzione del brand è un problema non da poco. Non è così che sarebbe dovuta andare. Una decina di anni fa quasi tutte le aziende celebravano l’avvento di una nuova età dell’oro per il branding. Ingaggiavano agenzie creative ed eserciti di tecnologi per inserire i propri brand in tutto l’universo digitale. Parole come viral, buzz, meme, stickiness e form factor sono venute a costituire la lingua franca del branding. Ma nonostante tutto il chiasso mediatico, questi sforzi hanno reso pochissimo.
Nel quadro della loro strategia digitale, le aziende hanno scommesso somme enormi sui cosiddetti contenuti di marca (branded content). Il ragionamento era il seguente: i social media ci permetterebbero di scavalcare i media tradizionali e di relazionarci direttamente con i clienti. Se raccontassimo loro delle storie coinvolgenti e ci connettessimo con loro in tempo reale, il nostro brand diventerebbe
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