GRANDI IDEE
LE AZIENDE AVVEDUTE ADEGUANO LE PROPRIE METODOLOGIE ALLA NATURA DELLE MINACCE CHE HANNO DI FRONTE.
ROBERT S. KAPLAN E ANETTE MIKES
Luglio 2012
QUANDO TONY HAYWARD DIVENNE CEO DELLA BP, NEL 2007, si impegnò a dare la massima priorità alla sicurezza. Tra le nuove regole che introdusse c'erano l'obbligo per tutti i dipendenti di tenere il coperchio sulla tazza del caffè mentre camminavano e di astenersi dall'inviare SMS mentre guidavano. Tre anni dopo, sotto gli occhi di Hayward, la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon è esplosa nel Golfo del Messico, causando una delle peggiori catastrofi di origine umana della storia. Una commissione d'inchiesta del governo americano ha attribuito il disastro a delle carenze di supervisione che hanno minato "la capacità delle persone coinvolte di identificare i rischi che avevano di fronte e di valutarli, comunicarli e affrontarli correttamente".
La vicenda di Hayward riflette un problema comune. Ad onta di tutta la retorica e dei cospicui investimenti effettuati, il risk management viene considerato troppo spesso un problema di rispetto delle norme (compliance
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