I DAZI DI TRUMP
Rich Lesser
Aprile 2025
LE “TARIFFE RECIPROCHE” annunciate negli Stati Uniti la scorsa settimana hanno sconvolto otto decenni di storia, da quando il moderno sistema di commercio mondiale ha avuto inizio nel 1947. I dettagli sono ben riportati altrove, ma il punto è che gli Stati Uniti hanno aumentato le tariffe (i dazi all’importazione) al 23% circa, equivalente all’aliquota tariffaria del 1910, dal 2,4% di tre mesi fa.
Al di là dell’entità, la distribuzione è stata sorprendente. Ad esempio, Israele, che aveva appena eliminato i dazi statunitensi, e l’Australia, con cui gli Stati Uniti hanno una bilancia commerciale positiva, ne hanno comunque risentito. Le aziende che avevano realizzato importanti investimenti negli Stati Uniti, tra cui Apple e TSMC, subiranno notevoli ripercussioni finanziarie. E, naturalmente, tutti i dazi sono soggetti a revisione, negoziazione e ritorsione, come dimostrano gli scambi con la Cina negli ultimi giorni.
L’incertezza è solo all’inizio. Questo costringe ogni leader aziendale a porsi tre domande:
Quali sono gli impatti complessivi?
Gli impatti a breve termine di queste tariffe sono molto chiari. I costi aumenteranno e le aziende li assorbiranno riducendo i margini oppure li trasferiranno ai consumatori, il che influenzerà i prezzi e la domanda. A medio termine, le tariffe hanno lo scopo di stimolare gli investimenti e la produzione statunitensi. È meno probabile che consentano una vera competitività globale, date le barriere ai concorrenti internazionali e la complessità delle catene di approvvigionamento.
Ci sono due problemi che si sommano. In primo luogo, ogni decisione d’investimento si basa sia sul rischio che sul rendimento. Le grandi incertezze nel sistema commerciale globale hanno aumentato notevolmente i rischi per la maggior parte delle aziende. Ciò probabilmente rallenterà gli investimenti e la crescita a livello globale.
In secondo luogo, è quasi certo che i prezzi in alcune categorie aumenteranno. Un semplice esempio: è difficile capire come sarà possibile produrre scarpe per bambini negli Stati Uniti; probabilmente occorrerà trasferire i dazi all’importazione sui consumatori.
Philipp Carlsson-Szlezak, capo economista di BCG, aveva mantenuto una visione positiva dell’economia statunitense prevedendo correttamente il potenziale di un atterraggio morbido nel 2022, quando altri erano molto più negativi, e rimanendo ottimista sulle prospettive per il 2025. Le nuove tariffe lo hanno indotto a cambiare le sue stime.
Nella sua newsletter del Center for Macroeconomics della scorsa settimana, Philipp ha affermato che le tariffe del 2 aprile potrebbero aumentare l’inflazione Usa a breve termine di un ulteriore 2,7%, portando quella complessiva a quasi il 5% nel 2026. La crescita dei consumi potrebbe scendere quasi a zero e il suo scenario di base per la crescita statunitense cala dall’1,9% allo 0,5%. Ha aumentato le probabilità di recessione da un valore di riferimento del 18% prima delle nuove tariffe al 40%.
L’impatto economico globale, nel frattempo, sarà sorprendentemente asimmetrico. Il team di Philipp ha quantificato le probabili ricadute globali in un rapporto del 6 aprile, osservando che gli Stati Uniti hanno iniziato una guerra commerciale con tutti, ma tutti sono impegnati in una guerra commerciale solo con gli Stati Uniti. Le asimmetrie che ne derivano indicano uno shock dell’offerta maggiore per gli Stati Uniti (i dazi spingono verso l’alto l’inflazione e verso il basso i consumi e la crescita del PIL) che per i suoi partner commerciali.
Che cosa significa per la mia organizzazione?
Questa è la grande domanda in questo momento, come analizza in un suo articolo la nostra Global Advantage Practice per aiutare a trovare le risposte. Queste sono alcune delle principali considerazioni:
· L’effetto cumulativo. Molte di queste nuove tariffe si aggiungono a quelle esistenti, creando un impatto cumulativo più forte rispetto ai cicli precedenti.
· La questione delle esenzioni. Potrebbero esserci alcune esenzioni dalle tariffe, per semiconduttori, prodotti farmaceutici e minerali critici. O potrebbero avere date di scadenza, limitando il valore potenziale.
· Cambiamenti nella pressione competitiva. Il dollaro statunitense potrebbe rafforzarsi e i costi dei fattori produttivi potrebbero aumentare. Ciò offrirebbe ai concorrenti esteri provenienti da Cina, Europa e altri paesi un’opportunità unica per conquistare quote di mercato globali.
· Agilità della catena di fornitura. Se le tariffe specifiche per Paese e gli accordi bilaterali sono la norma, la flessibilità nell’approvvigionamento e nella produzione diventa una risorsa strategica fondamentale. La sfida è costruire resilienza senza costi insostenibili.
Come sfruttare al meglio questa situazione?
Gli esperti di commercio internazionale e di geopolitica del BCG, autori dell’articolo, lo hanno espresso in questo modo: “Ogni azienda, indipendentemente dal settore o dalla sede, deve integrare le tariffe e la relativa incertezza nel proprio modello di pianificazione e operativo”. In altre parole, il processo decisionale di base per i leader aziendali è diventato molto più complicato.
Alcune aziende hanno già rafforzato la propria posizione geopolitica, sviluppando capacità per anticipare e rispondere ai cambiamenti politici. Hanno creato team per mappare gli impatti tariffari, considerare strategie di prezzo e lavorare con i fornitori per condividere gli oneri di costo. Dovrebbero essere in una posizione migliore per affrontare le difficoltà attuali.
Ma anche i leader di queste aziende si stanno ponendo domande più difficili e di più lungo termine. Tutte le aziende devono capire come tariffe elevate e prolungate potrebbero influenzare le loro supply chain e le reti di produzione, e prepararsi in anticipo il più possibile.
LE BATTAGLIE COMMERCIALI e la maggiore incertezza non sono ciò che la maggior parte di noi avrebbe desiderato, ma questo è il mondo in cui viviamo. Per certi versi, non è diverso da dove eravamo cinque anni fa, all’inizio della pandemia. Dobbiamo adottare una mentalità di resilienza basata sull’adattabilità e l’agilità e cercare vantaggi e opportunità nell’incertezza.
La citazione attaccata al frigorifero di mia madre sembra ancora una volta straordinariamente adatta ai leader aziendali: “Non pregare per una vita facile; prega per essere una persona forte”.
Rich Lesser, Global Chair, Boston Consulting Group.