RISORSE UMANE

Il futuro del lavoro secondo la Gen Z

Antonio Argirò

Aprile 2025

Il futuro del lavoro secondo la Gen Z

Top Employers Institute ha condotto uno studio sulle preferenze e opinioni della Generazione Z nel mondo del lavoro in 8 Paesi (Germania, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Messico, Cina e India), intervistando giovani tra i 18 e i 27 anni sulle loro priorità in ambiti come leadership, benessere, ambiente di lavoro e diversità.

 

Le priorità della Gen Z nel mondo del lavoro

Con oltre 1.700 interviste in 4 continenti, lo studio ha evidenziato tendenze comuni in una generazione che entro il 2030 rappresenterà un terzo della forza lavoro in Italia. L’intelligenza artificiale, il work-life balance, la leadership e l’ambiente professionale emergono come temi centrali. I dati Top Employers Italia 2025 mostrano inoltre come le aziende italiane stiano rispondendo a queste esigenze.

Sono di rilievo, ad esempio, i numeri relativi all’intelligenza artificiale. Sebbene venga riconosciuta come uno strumento utile, prevale un atteggiamento prudente: in Spagna e UK, solo il 50% degli intervistati ritiene che avrà un impatto positivo sulla carriera. In Italia, il 45% dei Top Employers sta esplorando il tema, ma senza aver ancora definito strategie concrete.

 

L’importanza delle relazioni nell’ambiente lavorativo

Per la Gen Z, il luogo di lavoro è più di uno spazio di produttività: il 76% cerca un ambiente che favorisca un senso di appartenenza e interazioni sociali. E questo aspetto sta diventando una priorità anche per le aziende: il 68% dei Top Employers in Italia promuove iniziative che collegano il purpose individuale con quello aziendale, creando così una vera e propria comunità.

“Le parole che la Gen Z usa di più per descrivere la cultura lavorativa ideale sono amichevole, allegra, rispettosa e attenta. Creare opportunità di interazione sociale è essenziale per attrarre questi talenti”, spiega Massimo Begelle, Regional Manager di Top Employers Institute per Italia e Spagna.

 

Una leadership più empatica

Quando si parla di leadership, la Gen Z valorizza l’intelligenza emotiva: per il 55%, un buon leader deve motivare e ispirare, mentre il 53% ritiene fondamentali empatia e attenzione alle persone, qualità più apprezzate rispetto a competenze tecniche come la pianificazione o la gestione del rischio. Per adattarsi a queste nuove aspettative, l’85% dei Top Employers in Italia ha introdotto programmi di autoriflessione per i leader, con l’obiettivo di aiutarli a comprendere meglio le esigenze delle nuove generazioni.

 

Benessere e salute mentale: una priorità crescente

Il secondo aspetto più apprezzato dalla Generazione Z in un ambiente di lavoro è che sia sicuro e salutare per i dipendenti. Il 77% degli intervistati considera essenziale che le aziende supportino la salute fisica dei dipendenti, mentre una percentuale ancora maggiore (81%) dà grande importanza al sostegno emotivo. Le organizzazioni rispondono presente, fornendo iniziative concrete, e l’84% dei Top Employers in Italia ha attivato programmi di sensibilizzazione su questi temi, offrendo anche percorsi di supporto psicologico e attività per migliorare il benessere lavorativo.

 

Una generazione dinamica e in continua evoluzione

Un’altra caratteristica emersa dallo studio è che la Generazione Z è dinamica e si muove con fluidità tra aziende e diverse forme di impiego (tempo pieno, part-time o freelance). Il 62% dei giovani non esiterebbe a lasciare il proprio impiego se trovasse un’opportunità migliore, segnalando un approccio sempre più fluido al mondo del lavoro. “Per la Gen Z, il lavoro è un ecosistema globale e i confini aziendali sono sempre più permeabili. Si considerano agenti liberi, capaci di scegliere team, ruoli e aziende in base alle loro esigenze”, conclude Begelle.

 

Antonio Argirò è HR Auditor Top Employers Institute.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Hbr Italia

Caratteri rimanenti: 400