CREATIVITÀ

I benefici inaspettati di coltivare una passione al di fuori del lavoro

Jon M. Jachimowicz, Joyce C. He, Julián Arango

Febbraio 2025

I benefici inaspettati di coltivare una passione al di fuori del lavoro

PeskyMonkey/Getty Images

SEMBRA CHE CI VENGA costantemente detto di perseguire un lavoro che ci appassiona; almeno negli Stati Uniti, questo consiglio segue le persone dalla scuola alla vita lavorativa. Come consiglia l’investitore miliardario Ray Dalio nel suo libro Principles, “fai in modo che la tua passione e il tuo lavoro siano la stessa cosa”. Si dice che farlo sia la strada per il successo.

Forse è per questo che un recente studio ha rilevato che i giovani considerano la realizzazione della propria passione professionale la loro massima priorità, prima ancora che fare soldi o sposarsi. Gli intervistati adolescenti sostengono che trovare un lavoro appagante sia quasi tre volte più importante che avere una famiglia.

Ma per molte persone questo semplicemente non è fattibile. Non tutti i lavori offrono la possibilità di perseguire una passione. E la maggior parte delle persone ha a cuore molte cose diverse, non tutte legate al proprio lavoro. Un numero crescente di ricerche suggerisce che perseguire la propria passione migliora effettivamente il benessere, ma dove lo si fa è molto meno importante. Infatti, diversi studi dimostrano che fare qualcosa che ti appassiona al di fuori del lavoro piuttosto che al suo interno giova sia alla carriera che alla vita personale.

 

Perché perseguire la passione al di fuori del lavoro

Sebbene sia noto che perseguire la passione sul lavoro aumenti l’impegno e le prestazioni lavorative, è sia irrealistico che rischioso affidarsi al lavoro come unico mezzo per farlo. Alcuni lavori non consentono ai dipendenti di concentrarsi sui propri interessi e quelli che lo fanno non sono sempre finanziariamente sostenibili. Per certi versi, seguire e trovare la passione sul lavoro potrebbe essere visto come un lusso per pochi privilegiati, coloro che possono permettersi di scegliere esattamente le professioni giuste.

Legare il lavoro a ciò che ti appassiona può anche essere dannoso a lungo termine. Quando metti in gioco tutto il tuo valore personale sul lavoro, diventi meno resistente agli eventi avversi, come i licenziamenti o le valutazioni negative delle prestazioni. Può anche rendere più difficile staccare la spina dopo l’orario di lavoro e ottenere il sollievo necessario per recuperare le energie per il giorno successivo. Inoltre, ci priva dei numerosi benefici che derivano dallo svolgere attività e hobby al di fuori del lavoro, come ad esempio una riduzione dello stress, una maggiore energia e maggiori livelli di creatività, tutti fattori che possono aumentare l’impegno e la fidelizzazione. Un recente studio ha persino dimostrato che le persone traggono maggiori benefici quando le loro passioni personali e il loro lavoro effettivo sono molto diversi.

È importante rendersi conto che il desiderio di perseguire la passione sul lavoro è un fenomeno moderno, relativamente più diffuso negli Stati Uniti che in altri Paesi, in particolare in quelli europei, dove le persone trovano più comunemente soddisfazione al di fuori del lavoro. Ad esempio, quasi la metà dei tedeschi è membro di almeno un club dopolavoro, che permette loro di dedicarsi alle attività preferite come lo sport o il giardinaggio nel tempo libero. Negli Stati Uniti, invece, solo pochi americani hanno hobby o attività al di fuori del lavoro che perseguono attivamente.

Perché? Una possibilità è che essere impegnati al lavoro sia diventato uno status symbol. Siamo anche tutti quanti più connessi che mai al nostro lavoro grazie ai nostri smartphone. I lavoratori americani sembrano competere su chi può lavorare più ore, il che potrebbe spiegare perché passano più tempo al lavoro rispetto alla maggior parte degli europei. Un altro motivo di questo stato di superlavoro è l’insicurezza finanziaria. Negli Stati Uniti, una famiglia della classe media su tre fatica ad arrivare a fine mese, il che porta a concentrarsi maggiormente sul lavoro.

Brigid Schulte, autrice di Overwhelmed, ha descritto nel suo libro la cultura delle lunghe ore di lavoro e la difficoltà di staccare la spina: “Questo è indicativo di dove siamo nella nostra cultura in questo momento, al punto che si può effettivamente dimenticare cosa vuol dire avere qualcosa che ci piace fare che non sia a) legato al lavoro e b) produttivo”.

 

Lezioni per dipendenti e manager

Occorre, dunque, invitare i dipendenti a ripensare come perseguire le proprie passioni, ricordando che possono farlo al lavoro o al di fuori di esso. Consigliamo inoltre ai manager di aiutare i propri dipendenti in questo sforzo.

Un modo per farlo è quello di basarsi sulle lezioni del “job crafting”, l’idea che i dipendenti possono trovare il modo di rendere i loro ruoli più vicini a ciò che sta loro a cuore, ad esempio cambiando i loro compiti o i loro colleghi di lavoro. Si può anche adattare il lavoro per avere più tempo da dedicare alle proprie passioni extra-lavorative. Ad esempio, se si ha un certo grado di autonomia riguardo agli orari, si può iniziare la giornata presto per avere più tempo la sera per coltivare altri interessi.

Queste attività extra possono essere un modo per sviluppare nuove competenze, incontrare nuove persone e comunità o rilassarsi. Come trovare quelle giuste per noi? Prima di tutto, chiediamoci cosa ci interessa e poi valutiamo se lo troviamo o lo facciamo al lavoro. Se si ha una passione, o anche solo un interesse, che non si è riusciti a perseguire, questo può essere un punto di partenza. Al di fuori del lavoro, abbiamo la libertà di provare cose nuove, quindi sperimentiamo. Ricordiamo anche che le passioni possono aumentare e diminuire nel tempo, quindi va bene interrompere un’attività e iniziarne un’altra. Spesso aiuta trovare altre persone che hanno a cuore ciò che stiamo cercando, in modo da essere attirati nella loro orbita di passione e trovare un senso di comunità.

Un altro modo per perseguire le passioni non lavorative è attraverso il volontariato. Molte aziende già incoraggiano i propri dipendenti a farlo. Ad esempio, Mars Inc. paga i propri associati fino a 16 ore all’anno per svolgere attività non retribuite. Questa pratica, in generale, ha dimostrato di creare legami più forti tra i membri della comunità, promuovere un orgoglio collettivo nei partecipanti e avvantaggiare le organizzazioni mantenendo i dipendenti coinvolti e impegnati. La ricerca indica anche che il volontariato permette di esprimere valori personali significativi e che, più ci si appassiona alla causa, maggiori saranno i benefici che se ne trarranno. È possibile verificare se la propria azienda dispone di gruppi di volontariato aziendale o quali opportunità esterne sono disponibili nella propria zona.

I manager svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare i dipendenti a raggiungere tutto questo. Anche se le persone potrebbero voler intraprendere un nuovo hobby o seguire un corso o partecipare a un club, spesso è difficile farlo quando l’orario di lavoro è lungo o imprevedibile e i capi si aspettano una dedizione totale al lavoro. Quindi i leader devono intervenire per incoraggiare e sostenere i lavoratori, programmando i permessi (cioè consentendo ai dipendenti di scegliere un orario protetto da potenziali richieste di lavoro), offrendo programmi di volontariato o extracurriculari, o semplicemente incoraggiando le persone a pensare a ciò che le entusiasma.

Perseguire la propria passione offre una serie di vantaggi, ma solo pochi privilegiati possono farlo sul lavoro. La maggior parte di noi dovrebbe invece cercare attività personali legate a ciò che ci sta a cuore. Quando lo faremo, vivremo appieno la nostra vita e porteremo anche il meglio di noi stessi al lavoro.

 

Jon M. Jachimowicz è assistant professor presso l’Unità di Comportamento Organizzativo della Harvard Business School. Joyce C. He è assistente di Management e Organizzazione alla Anderson School of Management dell’Università della California. Julián Arango è fondatore e stratega comportamentale di Aleatoria, una società di scienze comportamentali in Colombia. È anche assistente di ricerca di Jachimowicz.

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