GIOVANI & CARRIERE
Janice Omadeke
Ottobre 2024
Benjamin Rondel/Getty Images
IN OCCASIONE di un recente evento di networking mi è stata presentata Anna, una giovane professionista nei suoi primi cinque anni di lavoro. Era in procinto di creare un gruppo di mentori e mi ha espresso la sua preoccupazione per un individuo che sembrava offendersi quando Anna non seguiva i suoi consigli subito o per niente. La cosa più preoccupante era la tendenza di questo mentore a sconfinare in argomenti personali, come la pianificazione della futura famiglia di Anna, un ambito che lei non aveva ancora deciso e che riteneva irrilevante per il suo attuale obiettivo di ottenere una posizione di venditrice in una grande azienda tecnologica. Anna apprezzava il mentore, ma non era a suo agio con l’attenzione alla sua vita personale e non sapeva come affrontarla.
Questo scenario illustra le sfumate insidie insite nelle relazioni tra mentore e mentee. Sebbene un’ottima mentorship possa portare a un legame trasformativo tra due persone, richiede un delicato equilibrio di tre elementi:
1. Impegno (incontrarsi regolarmente)
2. Curiosità (porre domande ponderate)
3. Disponibilità (essere aperti e onesti)
Nessuna di queste cose è facile, ma la più difficile potrebbe essere proprio la terza perché, come Anna sta imparando, comporta la definizione di confini sani.
In una mentorship, penso ai confini come a dei marcatori che delineano ciò che è considerato appropriato, sicuro e consentito durante lo scambio mentore-mentee. Poiché il lavoro e la vita si sovrappongono in così tante aree, è quasi impossibile parlare dell’uno senza toccare in qualche modo anche l’altra. Nella maggior parte delle mentorship, entrambe le parti stanno già camminando su una linea sottile che si pone tra il personale e il professionale. Per questo motivo, fissare dei confini chiari – e delle risposte da condividere quando questi limiti vengono superati – è importante per salvaguardare salute mentale, privacy e produttività. Se applicati in modo ponderato, i confini possono aiutare a definire il punto di vista vostro e del vostro mentore, dando vita a un rapporto positivo e reciprocamente rispettoso.
Se, come Anna, anche voi desiderate migliorare questo aspetto, ecco alcuni consigli per iniziare.
Come capire i propri limiti
I limiti possono essere stabiliti per una serie di cose, ma quando si tratta della vostra mentorship, vi consiglio di riflettere su alcune aree specifiche. Elencate le vostre risposte alle seguenti domande:
- Cosa mi sento a mio agio a discutere (o non discutere) del mio lavoro?
- Cosa mi sento a mio agio comunicare (o non comunicare) della mia vita?
- Quando e dove mi sento più a mio agio (o a disagio) negli incontri?
- Cosa mi sento più a mio agio (o a disagio) comunicare?
Per esempio, forse vi sentite a vostro agio nel parlare con il vostro mentore delle competenze che volete sviluppare per distinguervi tra i vostri colleghi, ma non vi sentite a vostro agio a spettegolare sui vostri colleghi con lui. O forse vi sentite a vostro agio nel discutere con lui della vostra famiglia a livello superficiale, ma non vi sentite a vostro agio nel confidarvi su questioni più profonde (ad esempio la vostra sessualità, i vostri progetti familiari o il rapporto con i vostri genitori).
Non sarete in grado di comunicare o di sostenere le vostre preferenze in merito a queste cose (ovvero i vostri confini) se non farete il lavoro di identificare quali sono. Ma una volta fatto, potrete adattare intenzionalmente l’esperienza di mentorship in modo che sia efficace e confortevole, mantenendo la vostra professionalità e favorendo al contempo un’atmosfera amichevole e aperta.
Suggerimento:
A volte si può riconoscere un limite solo dopo averlo superato. Se il vostro mentore fa o dice qualcosa che vi mette a disagio, prendete nota. È probabile che si tratti di un limite da stabilire con lui.
Come comunicare un limite
Una conversazione sui confini con il vostro mentore, preferibilmente all’inizio del rapporto, getterà una solida base. Un ottimo modo per iniziare è quello di ribaltare il copione e chiedere al vostro mentore quali sono i suoi limiti.
Durante un incontro individuale, si può dire qualcosa del tipo: “Ammiro molto lei e il suo lavoro e so che può insegnarmi molto. Dato che è tutto nuovo, però, volevo chiederle: quali sono i limiti che vuole avere nel nostro rapporto di mentoring? Ad esempio, dove e con quale frequenza si sente più a suo agio a incontrarci? Ha qualche problema che dovrei conoscere, o argomenti che per lei sono off limits?”.
Altre domande utili sono:
- Come le piace confrontarsi con i mentee?
- Che cosa la stanca?
- Quali sono le sue preferenze di comunicazione?
Ascoltate le risposte, cogliendo l’opportunità di esprimere i vostri limiti mentre vengono condivise. Se il vostro mentore dice: “Mi piace molto tenere i dettagli della mia vita personale fuori dal lavoro”, potete dire: “Ok, buono a sapersi. Sono un libro aperto, quindi non mi dispiace condividerlo se ha delle domande”. Se vi sentite a vostro agio, potete essere ancora più diretti: “Grazie per avermi informata. Ecco alcune cose che ho pensato potesse esserle utile sapere su di me”.
E se volete stabilire un nuovo confine con un mentore che avete da tempo e che conoscete bene? Comunicatelo in modo chiaro ma rispettoso. Non limitatevi a definire il limite (“Non mi piace incontrarmi fuori dal lavoro”). Spiegate cosa vorreste che cambiasse e perché (“Sarebbe disposto a incontrarci a quest’ora? Di solito sono stanca alla fine della giornata e mi è difficile concentrarmi”).
Ad esempio, una volta ho collaborato con un mentore che preferiva discutere di questioni professionali durante l’aperitivo. Poiché non bevevo e trovavo l’ambiente meno favorevole a conversazioni produttive, ho proposto di incontrarci durante le ore diurne o di passare a riunioni virtuali per le discussioni che dovevano svolgersi più tardi. Sebbene inizialmente inaspettata, la mia preferenza è stata accolta e ci siamo adattati alle riunioni virtuali diurne.
Suggerimento:
Il vostro panorama professionale e le vostre esigenze personali si evolveranno nel tempo. Siate pronti a rivedere e modificare i vostri confini, se necessario. Mantenere aperte le linee di comunicazione con il vostro mentore su questi cambiamenti è fondamentale per gestire le aspettative e mantenere un rapporto sano e produttivo.
Come stabilire un limite nel momento in cui occorre
Se qualcuno oltrepassa un limite che non avete comunicato in precedenza, cosa dovete fare? Questo scenario è comune, soprattutto se la relazione è nuova e state ancora imparando cosa siete o non siete a vostro agio nel condividere.
Probabilmente saprete quando un limite è stato superato dalla vostra reazione immediata a una domanda, un’azione o un’affermazione. Per esempio, se il vostro mentore vi fa una domanda sulla vostra vita personale che scatena una reazione emotiva o fisica spiacevole, potrebbe aver appena superato un limite.
In questo caso, un semplice “Non mi sento a mio agio a parlare di questo, ma mi sento a mio agio a parlare di (questi argomenti) e mi piacerebbe attenermici” è un modo chiaro per stabilire i propri limiti e portare avanti la conversazione. Si può anche provare a dire: “Non è un argomento della mia vita che voglio affrontare. Non è una questione personale, è solo un limite che mi sono imposta al lavoro”.
Se continua a scavalcare e a non rispettare le vostre esigenze, è il momento di essere più decisi. Potete dire: “Ho già detto che questo è un limite per me e sembra che non sia stata abbastanza chiara nella mia comunicazione o che non siamo allineati su come dev’essere il rispetto in una relazione di mentoring. Apprezzo molto la sua guida e voglio lavorare insieme a lei per assicurarmi che entrambi ci sentiamo in uno spazio sicuro. Capisce ciò che voglio dire?”.
In questo modo, il mentore è obbligato a cambiare. Dategli la possibilità di rispondere. Se riconosce i vostri sentimenti e si sforza di adeguarsi, potete continuare il rapporto di tutoraggio senza dover rivedere il problema.
Ricordate che un vero mentore rispetterà i vostri limiti, poiché questo rispetto è fondamentale per qualsiasi rapporto di collaborazione. Anche se è naturale preoccuparsi di un eventuale contraccolpo, un mentore che reagisce negativamente o sembra sprezzante potrebbe non essere la persona giusta.
Suggerimento:
Per acquisire sicurezza nel comunicare i vostri limiti e anche solo nel dire “no” a un mentore, fate pratica con un amico o davanti a uno specchio. Usate un testo diretto come: “Preferirei attenermi all’argomento attuale”, “Io la vedo diversamente, ed ecco perché” o “Capisco il suo punto di vista, ma non si adatta alla mia situazione perché...”.
PER CAPIRE E COMUNICARE i propri limiti occorre fare pratica. Condividere questi limiti con un collega più anziano, in particolare con un mentore che ammirate, può sembrare all’inizio alquanto intimidatorio. Tuttavia, nonostante la sfida, è possibile stabilire, creare e rafforzare i limiti con il proprio mentore in modo rispettoso. Iniziate con questi consigli e, col tempo, acquisirete la fiducia necessaria per far valere le vostre ragioni.
Janice Omadeke è CEO e fondatrice di The Mentor Method, una piattaforma aziendale che aiuta le aziende a mantenere e sviluppare i propri talenti diversi utilizzando il comprovato potere della mentorship. È stata anche pubblicata su Forbes e sulla rivista Entrepreneur e ha partecipato come esperta al vertice della Casa Bianca del 2016 sulla costruzione della forza lavoro tecnologica del futuro.