RETI PROFESSIONALI

Come rifiutare educatamente una richiesta di networking

di Deborah Grayson Riegel e Loren Margolis

Settembre 2024

Come rifiutare educatamente una richiesta di networking

Peter Dazeley/Getty Images

AVETE DA POCO OTTENUTO il vostro primo lavoro dopo l’università e sono passate appena due settimane quando ricevete la vostra prima richiesta di networking. Un ex compagno di classe ha individuato un posto vacante nella vostra organizzazione e vi invia un messaggio su LinkedIn. Vuole sapere:

· Sareste disponibile a fare una telefonata veloce?
· L’azienda sta ancora assumendo per quella posizione?
· Sareste in grado di indirizzarlo al responsabile delle assunzioni?
· Potreste suggerirgli altri contatti a cui rivolgersi?


Sebbene vi consideriate una persona amichevole e professionalmente generosa, vi sentite esitanti a rispondere a questa richiesta. In primo luogo, non conoscete il suo lavoro. In secondo luogo, non ci avete mai parlato prima di questo momento. In terzo luogo, state ancora costruendo la vostra reputazione e non volete fare una raccomandazione che potrebbe diventare potenzialmente negativa.
Che fare?
In qualità di executive coach e consulenti di leadership, ci troviamo spesso in questa situazione: richieste di networking da parte di persone che conosciamo poco, ma che vogliono entrare nel nostro settore o essere presentate ai nostri colleghi e clienti. Pur apprezzando i lati positivi del networking, nel corso degli anni abbiamo imparato che è altrettanto importante proteggere il nostro tempo e le relazioni che abbiamo costruito lavorando duramente.
Ecco perché il nostro consiglio è: seguite il vostro istinto quando decidete se accettare o meno una richiesta di networking. Ci sono momenti in cui è vantaggioso declinare educatamente un invito, e l’esempio descritto sopra è uno di questi.
Il vostro ex compagno di classe ha oltrepassato una regola d’oro del networking: non chiedere cosa la mia rete può fare per te, ma cosa tu puoi fare per la mia rete. La sua richiesta è prematura e appare come un’autocelebrazione. Come potete sapere se è adatto al ruolo, se non sapete nulla della qualità del suo lavoro? Perché dovreste rischiare i vostri rapporti con i colleghi presentando loro una persona per la quale non potete garantire? Potreste finire per danneggiare la vostra credibilità.
Quando si è appena entrati nel mondo del lavoro, si può sentire la pressione di dover coinvolgere ogni possibile contatto. Tuttavia, dedicare continuamente il vostro tempo, la vostra energia e la vostra attenzione alle persone sbagliate può sovraccaricarvi e finire per sottrarvi a un lavoro più significativo. Prima imparerete questa preziosa lezione, più potrete decidere chi scegliere con chi impegnarvi, e più forte sarà la vostra rete.
L’esempio di cui sopra è solo uno dei tanti che potreste incontrare mentre navigate in questo spazio. Ecco altre red flag (segnale d’allarme negativo, termine nato nel contesto di internet ndr) a cui prestare attenzione quando si riceve una richiesta di networking.


Red flag n. 1: la persona è interessata principalmente a vendervi un prodotto o un servizio piuttosto che a costruire un vero rapporto professionale. Ad esempio, se ricevete una richiesta di collegamento su LinkedIn che non menziona nulla di voi, di ciò che avete in comune o delle vostre connessioni comuni, e include solo informazioni su ciò che vendono, è consigliabile dire di no.

Red flag n. 2: la richiesta proviene da una persona con una reputazione discutibile e comporta attività che potrebbero compromettere la vostra integrità o che vanno contro la vostra etica. Declinate l’offerta di connessione.

Red flag n. 3: la persona vi chiede di aiutarla (o comunque di oltrepassare i limiti) prima che la conosciate. Il networking non dovrebbe essere un’imposizione. È un’opportunità per creare relazioni autentiche e a lungo termine, ma questi legami richiedono tempo per svilupparsi. Solo dopo che si sono sviluppati possono dare frutti e portare ad altre connessioni, nuovi progetti o offerte di lavoro. Questi sono effetti collaterali della creazione di relazioni. Chiunque chieda esplicitamente il vostro aiuto prima di aver costruito la vostra fiducia non merita un “sì”.

Red flag n. 4: avete interagito in precedenza con questa persona e avete avuto un’esperienza negativa, oppure altre persone della vostra rete hanno avuto un’esperienza negativa. Dire di no a qualcuno che vi mette a disagio è una risposta valida. Inoltre, se le persone di cui vi fidate non sono entusiaste di questa persona, considerate questo un dato utile.

Oltre alle red flag che le altre persone possono agitare, ci sono alcuni segnali che dovreste osservare in voi stessi:

Red flag n. 5: accettate continuamente richieste per le quali non avete tempo o che ignorate. Se state gestendo una rete ampia e non potete impegnarvi efficacemente con altri contatti o se avete una rete esclusiva che non volete espandere, dite semplicemente di no. Gestire la vostra rete richiede lavoro. È più giusto per voi stessi e per l’altra persona rifiutare quando non potete (o non volete) investire nella relazione.

Red flag n. 6: state facendo così tanto networking che vi sta esaurendo. In questo caso, dovete proteggere la vostra salute mentale e il vostro benessere fisico. Tutti noi abbiamo bisogno di pause per badare a noi stessi, quindi concedetevi di prenderle. Se ricevete una richiesta di networking da qualcuno che vorreste incontrare o con cui vorreste entrare in contatto, potete sempre ringraziarlo per avervi contattato, spiegargli che vi state prendendo una pausa dal networking e dirgli che non vedete l’ora di ricontattarlo dopo la pausa.

Red flag n. 7: avete l’abitudine di incontrare persone che volete davvero aiutare, ma che hanno domande a cui non sapete rispondere. Questo segnala che state perdendo tempo nel rispondere alle loro richieste. Un approccio migliore è quello di presentare loro persone con competenze in linea con le loro richieste. Se non avete nessuno con cui metterli in contatto, siate onesti. Risparmierete tempo a entrambi.


Supponendo che abbiate deciso di rifiutare alcune richieste di networking, ecco un paio di modi per dire no in modo educato, rispettoso e chiaro:

Scenario 1: quando non siete interessati a incontrarli ora, ma potreste volerli incontrare in futuro e volete comunque aiutarli.
Grazie per avermi contattato. In questo momento non sono in grado di impegnare il mio tempo in una conversazione, ma vorrei comunque aiutare. In allegato troverà alcuni articoli che riguardano l’argomento che desidera discutere. Sono anche membro di [nome dell’organizzazione professionale con il relativo link al sito web] a cui potreste pensare di aderire per approfondire l’argomento. Parteciperò all’incontro annuale di maggio. Forse possiamo incontrarci in quell’occasione.
Potete anche offrirvi di presentare loro altre persone che conoscete e che potrebbero essere utili, ma solo dopo aver chiesto a queste persone se sono aperte e interessate a una presentazione.

Scenario 2: se individuate una delle red flag di cui sopra e volete dire di no, punto e basta.
Grazie per avermi contattato. Ho una rete di persone intorno a me che conosco bene. In questo momento non sto cercando di ampliare la mia rete, ma apprezzo la sua richiesta.
Quando vi sentite obbligati a dire o fare di più, ricordate che avete una quantità limitata di tempo, energia e risorse. È meglio riservarle alle relazioni che volete approfondire e far crescere. Il networking può cambiare le carte in tavola per il vostro sviluppo personale e professionale. Per questo motivo, datevi la possibilità di dire di no quando il networking non è vantaggioso per voi o per l’altra persona. Sarete contenti di averlo fatto.


Deborah Grayson Riegel insegna Comunicazione per la leadership alla Fuqua School of Business della Duke University e ha insegnato alla Wharton Business School, al Women in Leadership Program della Columbia Business School e all’International MBA Program della Peking University. È autrice di Overcoming Overthinking: 36 Ways to Tame Anxiety for Work, School, and Life e del best seller Go To Help: 31 Strategie per offrire, chiedere e accettare aiuto. Loren Margolis ha fondato TLS Leaders, società di sviluppo della leadership a livello globale. Insegna Presenza esecutiva e Strategie di carriera per il Women Leaders in STEM Program della State University di New York. In precedenza, ha insegnato comunicazione manageriale e ha allenato i leader presso la Columbia Business School e ha guidato lo sviluppo della leadership per i leader clinici e aziendali presso il NewYork-Presbyterian Healthcare System.

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