SELF MANAGEMENT

Affrontate la paura di diventare obsoleti

Ron Carucci

Gennaio 2025

Affrontate la paura di diventare obsoleti

Darrin Klimek/Getty Images

WALT È UN DIRIGENTE SENIOR che fa capo a un amministratore delegato che ho addestrato per anni presso un grande produttore di componenti per auto. Ci trovavamo nella sala conferenze dell’azienda, in una riunione plenaria nel corso della quale il CEO attribuiva i premi per i risultati ottenuti quell’anno. Mentre consegnava il premio per l’innovazione a un gruppo di giovani scienziati che avevano vinto un importante brevetto per l’azienda, notai che Walt aveva uno sguardo distante. Gli chiesi a cosa stesse pensando. Mi rispose: “Ricordo il brevetto per cui ho vinto quel premio come se fosse ieri”. In realtà era successo 15 anni prima. Gli chiesi come si sentisse a vedere il premio assegnato a giovani scienziati che erano cresciuti in un’epoca dell’industria automobilistica così diversa dalla sua e la risposta mi ha stupito. Con un tono imbronciato, disse semplicemente “scartato”.

In seguito, chiesi all’amministratore delegato se avesse notato Walt in difficoltà negli ultimi tempi. Mi rispose: “Negli ultimi due anni, non fa che parlare dei bei tempi andati. Ha ancora molti anni buoni davanti a sé, ma con la sua nostalgia succhia via la vita da ogni stanza in cui si trova, facendo fare a tutti un tour virtuale dei suoi più grandi successi del passato. Per rispetto, la gente ascolta, ma la squadra ne risente”.

Walt non è l’unico ad essere angosciato. I professionisti di tutto lo spettro delle carriere hanno momenti in cui temono di essere già obsoleti, o di diventarlo. Uno studio del 2021 di PwC ha rivelato che quasi il 40% dei lavoratori teme che il proprio lavoro diventi obsoleto entro cinque anni. Per i lavoratori più giovani, quelli di colore e quelli con stipendi più bassi, la paura è più forte: secondo un altro sondaggio, un quarto di loro teme che l’intelligenza artificiale renderà il proprio lavoro obsoleto. È una paura in aumento tra i lavoratori.

A differenza dell’occasionale dubbio che può sorgere su sé stessi, la paura dell’obsolescenza significa che mettiamo fondamentalmente in discussione la nostra rilevanza professionale. E quando questa parte della nostra identità si sente minacciata, può avere un impatto negativo sul nostro benessere mentale, sul senso di gioia e sulla capacità di partecipare a relazioni professionali significative. Peggio ancora, quando assecondiamo eccessivamente le nostre paure, si creano distorsioni cognitive di noi stessi, degli altri e dell’ambiente che ci circonda, che possono portarci alle peggiori versioni di noi stessi. Walt non aveva idea di quanto disperato fosse il suo bisogno di affermazione agli occhi dei colleghi, né di quanto questi ultimi fossero infastiditi dal suo comportamento.

Sia che siate all’inizio della vostra carriera e dobbiate affrontare una vita di sconvolgimenti tecnologici ed economici, sia che siate più avanti e vi stiate interrogando sulla vostra futura importanza per il mondo, il sentimento di obsolescenza non deve necessariamente impantanarvi nella paura o nella futilità. La questione non è come evitare questi sentimenti, ma piuttosto come individuare i segni che li provate, e affrontarli in modo sano e onesto.

 

Osservate i sintomi

Per prima cosa, cercate i segnali che indicano che state lottando contro la paura dell’obsolescenza:

 

Comportamenti di ricerca di attenzione

State attenti a come la paura dell’irrilevanza può indurvi a compensare eccessivamente attirando l’attenzione su di voi. Potreste avere la tendenza a inserirvi o passare troppo tempo in conversazioni per rafforzare il vostro senso di autostima. I professionisti più giovani possono evocare o enfatizzare troppo le loro competenze sulle tecnologie più recenti per affermare una loro superiorità e per intimidire i colleghi. I professionisti più avanti con gli anni, come Walt, possono fare eccessivi riferimenti ai risultati ottenuti in passato per aumentare la propria credibilità nei confronti di chi temono li possa considerare antiquati. Il timore dell’obsolescenza può indurci a diventare molto egocentrici.

 

Sognare a occhi aperti successi futuri o potenziali “bis”

Quando ci prende l’ansia, il fascino di un comportamento dissociativo è forte. Abbiamo voglia di scambiare la realtà che ci circonda con qualcosa di più eccitante e speranzoso. I professionisti alle prime armi possono fantasticare su successi e riconoscimenti futuri, mentre i professionisti più esperti possono immaginare dei possibili “bis” per resuscitare i successi del passato.

Per essere chiari, non c’è nulla di male nel sognare occasionalmente di raggiungere qualcosa d’importante o di voler ripetere un successo passato. Ma quando il sogno a occhi aperti diventa una preoccupazione malsana, che vi fa sentire insicuri del vostro valore professionale, è segno che potrebbe essere in gioco una paura di obsolescenza.

 

Diventare ipervigili

Quando dubitiamo della nostra importanza, può essere facile proiettare questi sentimenti sugli altri e supporre che ci considerino irrilevanti. Se vi trovate a essere ipersensibili rispetto a critiche legittime, a speculare sul fatto che gli altri mettano in dubbio il vostro valore o a stare costantemente all’erta in cerca di segnali che confermino le vostre paure di essere messi da parte, è molto probabile che abbiate paura di diventare obsoleti. Questo può anche manifestarsi come una sensazione di minaccia istintiva nei confronti dei cambiamenti, come l’introduzione di nuove tecnologie che non conoscete o l’arrivo di nuovi talenti con competenze che non avete.

 

Fare paragoni malsani

Quando ci sentiamo incerti sul nostro valore, è comune fare paragoni con altri che temiamo siano considerati più importanti. Il confronto può essere un modo sano per imparare dagli altri, se lo usiamo per valutare accuratamente i nostri punti di forza e le nostre opportunità. Ma quando questi confronti sono innescati dalle nostre paure di inferiorità, diventano distruttivi.

Questo può portarci in due direzioni. Possiamo armare il successo e il talento degli altri contro noi stessi, condannandoci all’inevitabile obsolescenza che temiamo. Oppure possiamo diventare sprezzanti e accondiscendenti nei confronti delle capacità e dei risultati altrui per gonfiare il nostro senso di rilevanza.

 

Superate le vostre paure

Se temete di essere presi da paure più profonde ancora dell’obsolescenza, ecco alcuni modi per iniziare a liberarvene e a reclamare la vostra autonomia, indipendentemente dal punto in cui vi trovate nella vostra carriera:

 

Fate un inventario oggettivo dei vostri talenti specifici

Quando ci sentiamo insicuri sulla rilevanza delle nostre capacità, diventa fin troppo facile vederle attraverso lenti distorte, gonfiandone eccessivamente i meriti o sottovalutandole. Raccogliete prove tangibili dei vostri contributi attraverso il feedback dei colleghi e scoprite cosa, secondo loro, vi rende unici. Chiedete agli esperti che stimate quali capacità dovreste rafforzare per mantenerle valide e rilevanti in futuro.

 

Concentratevi sulle capacità che la tecnologia non potrà mai sostituire

In quanto dipendenti a inizio carriera particolarmente ansiosi di fronte a tecnologie come l’intelligenza artificiale e la robotica, non cercate di superarne la produttività o la potenza analitica. Piuttosto, puntate su capacità umane come l’empatia, la curiosità e la resilienza. Come afferma in modo eloquente Tomas Chamorro-Premuzic, “Forse non sappiamo come saranno i lavori di domani, ma possiamo tranquillamente supporre che, se le persone riusciranno a essere più curiose, emotivamente intelligenti, resilienti e motivate, saranno in genere meglio equipaggiate per imparare ciò che è necessario per svolgere quei lavori e fornire qualsiasi valore umano che la tecnologia non può sostituire”.

 

Onorate i giorni di gloria e mettete da parte i trofei

Per coloro che sono più avanti nella carriera e che si aggrappano ai pinnacoli del passato, onorate i risultati raggiunti e lasciateli andare. La vostra ossessiva attenzione al passato potrebbe spingervi verso la stessa obsolescenza che temete. Mettete da parte i proverbiali “trofei” che continuate a guardare con nostalgia e guardate avanti. L’incrocio tra nostalgia e attualità è un bivio che vi costringe a scegliere l’una o l’altra. Non si possono avere entrambe. La nostalgia può portarvi a condividere le vostre riflessioni in una cena tra colleghi, ma non vi farà assegnare gli ultimi progetti di alto profilo. Che abbiate cinque o quindici anni davanti a voi, non concentratevi su come rivivere i successi del passato. Più gli altri vi percepiscono aggrappati ad essi, più dimostrate che i vostri giorni migliori sono ormai alle spalle.

 

Cogliete le nuove opportunità di crescita

Dimostrare la capacità di imparare cose nuove è uno dei segnali più forti che potete inviare al mondo sulla vostra rilevanza. Inoltre, riafferma la fiducia nella vostra capacità di adattarvi ai cambiamenti, indipendentemente dalla fase della vostra carriera. Piuttosto che vedere l’imminente cambiamento come una minaccia alla vostra rilevanza, chiedetevi: “Cosa mi può portare a imparare quest’incertezza?”. Sebbene gli esseri umani non ne siano particolarmente entusiasti, va detto che l’incertezza crea nuove opportunità.

Se siete all’inizio della carriera, offritevi volontari per partecipare a progetti che ritenete rappresentino il futuro della vostra azienda, anche solo come osservatori. Monitorate le vostre narrazioni interne su ciò che state vivendo e prestate molta attenzione ai sintomi discussi in precedenza, in particolare i paragoni malsani, la disistima o il disprezzo di sé. Rimanete concentrati sull’essere curiosi, affascinati e desiderosi di imparare.

Se siete più avanti nella carriera, trovate il modo di usare la vostra esperienza per far crescere gli altri. In che modo potete essere la “personalità di riferimento” la cui saggezza può essere utile a chi viene dopo di voi? Fate attenzione a non limitarvi a raccogliere un pubblico con cui condividere i racconti dei trionfi passati. Sviluppate invece nuove capacità di mentoring e d’insegnamento che trasferiscano gentilmente le conoscenze agli altri e che, in cambio, permettano anche a voi di imparare qualcosa di nuovo. Molte aziende sono preoccupate di perdere le conoscenze istituzionalizzate man mano che i professionisti più esperti escono dal mondo del lavoro. Come potete contribuire a codificare la saggezza più importante della vostra azienda a beneficio dei futuri dipendenti?

 

Limitate le pretese e concentratevi sui contributi

Un potenziale effetto collaterale negativo della paura della nostra obsolescenza è rappresentato dalla presunzione di avere dei diritti privilegiati. I professionisti all’inizio della carriera possono diventare petulanti e insistenti per riuscire a ottenere incarichi importanti e opportunità di brillare. Possono provare risentimento nei confronti dei professionisti più avanti con l’età, che considerano “bloccare” le loro opportunità di carriera. Al contrario, i professionisti affermati sentono di essersi “guadagnati” il diritto di essere considerati importanti semplicemente grazie al loro curriculum. Potrebbero risentirsi dei nuovi talenti che non si sono guadagnati il diritto di affrontare sfide più importanti che spettano loro di diritto.

Questo conflitto tra eredità e potenziale è controproducente. Entrambe le versioni sui diritti lasciano un sapore sgradevole nella bocca degli altri e l’ironia della sorte vuole che, senza l’una e l’altra, non si concretizzino né il potenziale dei giovani professionisti né l’eredità dei professionisti più anziani.

Sostituite qualsiasi propensione a questi sentimenti con un impegno genuino a servire e contribuire attraverso le generazioni. Indipendentemente dalla vostra posizione nella carriera, mantenete una posizione di umiltà e cercate gentilmente le opportunità per aiutare gli altri a brillare. Alcuni dei fattori più importanti che mantengono i professionisti rilevanti in ogni fase della carriera dipendono dal fatto che gli altri considerino una gioia lavorarci assieme, un ottimo collega da cui imparare e una persona che si preoccupa sinceramente del successo degli altri.

 

IN OGNI FASE DELLA VITA, tutti desideriamo sentirci importanti, sapendo che la nostra unicità conta nel mondo. Quando questo desiderio si sente esistenzialmente minacciato da forze al di fuori del nostro controllo, come il passare del tempo o l’arrivo del cambiamento, può trasformarsi in una crisi d’identità che distorce amaramente il nostro senso di chi siamo e spegne la nostra fiducia in ciò che speriamo di diventare.

Eppure, molti professionisti in ogni fase della carriera trovano il modo di continuare a imparare, adattarsi e contribuire. Alla luce di questa verità, quindi, l’obsolescenza non è un risultato inevitabile, ma una mentalità. Quando la nostra paura supera la convinzione di avere sempre di più da offrire, non “diventiamo” obsoleti, ma ci consegniamo all’obsolescenza.

L’obsolescenza non è il risultato della perdita della nostra utilità percepita ma la conseguenza della perdita della nostra umanità e della nostra capacità di azione. Accettate il fatto che la vostra reale importanza per il mondo non consiste solo nel possedere le competenze più avanzate. Una gran quantità di persone con cui nessuno vuole lavorare le ha. Accogliete invece l’idea della vostra importanza come somma di tutti i modi in cui potete permettere a chi vi circonda di sostenere e assaporare il proprio significato. Concentratevi su questo punto e non dovrete mai temere l’obsolescenza.

 

Ron Carucci è cofondatore e managing partner di Navalent, dove lavora con amministratori delegati e dirigenti che perseguono il cambiamento trasformazionale. È autore di otto libri, tra cui To Be Honest e Rising to Power.

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