LEADERSHIP

Attenti alla “bolla del CEO”

Rich Lesser

Gennaio 2025

Attenti alla “bolla del CEO”

Nelle ultime settimane, la difficile decisione del Presidente Biden di ritirarsi dalla corsa alle presidenziali ha fatto il giro dei media negli Stati Uniti e nel mondo intero. Fino a poco tempo fa, giornalisti, analisti politici e opinionisti hanno proposto una serie di domande chiedendosi a chi Biden desse ascolto, quali informazioni stesse ricevendo e se le persone della sua cerchia ristretta gli stessero fornendo una valutazione sincera della situazione.
Mentre si svolgeva questa vicenda, continuavo a pensare a un argomento su cui mi soffermo spesso quando incontro i nuovi CEO e altri leader in tutto il mondo: l’inesorabile crescita della bolla dei CEO e cosa fare al riguardo.
Quando ricoprono un nuovo ruolo, i CEO e gli altri leader sono generalmente circondati da persone che offrono una visione franca della situazione reale, fornendo idee e approcci nuovi e opinioni non filtrate sulle decisioni passate. Con il passare del tempo, però, spesso i punti di vista più impegnativi diventano più silenziosi e limitati, dato che il dialogo si sposta sottilmente su ciò che il leader vuole più che su ciò che dovrebbe sentire. L’attenzione alle espressioni facciali e agli stati d’animo del leader (e a come evitare quelli negativi) può sfociare in una forma di antropologia culturale.
Questa è la “bolla del CEO”, le cui pareti tendono a ispessirsi nel tempo. Il risultato è che, senza un intervento proattivo, è probabile che i leader sfuggano alla realtà di una situazione difficile in un momento critico, fino a quando quella situazione non è ormai radicata. Potrebbe trattarsi delle difficoltà dell’azienda, di un panorama di mercato in evoluzione, di nuovi concorrenti o di capacità relative in calo. Potrebbe anche trattarsi di disfunzioni interne, come una perdita di agilità, conflitti organizzativi o fuga di talenti.
Non conosco nessun trucco che faccia sparire la bolla, ma ci sono azioni chiare che un leader può intraprendere per ridurre questi rischi e rendere la membrana della bolla più permeabile.
In primo luogo, è necessario avere intorno a sé il team giusto e il tono giusto:

- Assicuratevi di includere persone che osino contrastarvi. Anche se prendete una decisione in conflitto con il loro punto di vista, lo avrete fatto dopo un dibattito approfondito.
- Quando le persone si fanno avanti ed esprimono un’opinione diversa, assicuratevi di apprezzarle – in privato, ma soprattutto in pubblico. Quando hanno ragione e voi avete torto, trovate un modo per sottolinearlo.
- Ricordate che non potete essere sempre al meglio di voi stessi. Quando non siete stati all’altezza, per esempio quando siete stati più bruschi di quanto volevate, fatelo presente al vostro team. Ammettere le proprie vulnerabilità e dimostrare che si apprezzano le reazioni, anche se sul momento non sembravano tali, aiuterà le persone a sentirsi oneste con voi.
 

Oltre al vostro team diretto, cercate fonti di informazione non filtrate:

- Impegnatevi con i dipendenti in prima linea che non sono stati sottoposti a un controllo preliminare da parte di personale di medio livello.
- Dialogate direttamente con i clienti, non solo con i CEO dei vostri clienti, ma con le persone che utilizzano il vostro prodotto o servizio.
- Partecipate a comunità di pari con forum di discussione schietti. Trovate altri CEO, ex leader o consulenti con i quali potete sollevare questioni delicate e che vi forniranno un punto di vista imparziale.
 

Superare la bolla
C’è qualcosa che potete fare contro la bolla se non siete quello che ci sta dentro? Può sembrare rischioso parlare quando gli altri tacciono. La strategia migliore consiste nel trovare un modo per comunicare in modo autentico e schietto, e in uno stile che permetta al CEO di ascoltare e di stare meno sulla difensiva.
Scegliere il contesto giusto può aiutare. Per alcuni, una cena rilassata; per altri, forse il campo da golf. Ho conosciuto dirigenti che usano l’umorismo in modo incredibilmente efficace, qualsiasi cosa che apra gli occhi del CEO su una realtà scomoda.
E se niente di tutto questo funziona? Ci sono momenti rari in una carriera in cui il silenzio equivale alla complicità e dire la verità al potere richiede di assumersi qualche rischio personale. È difficile far scoppiare la bolla del CEO da soli. Unire le forze con altri può fare un’enorme differenza in questi difficili momenti di verità.
E, per essere chiari, la bolla del CEO non è un fenomeno che riguarda solo loro. Tutti i leader devono coltivare team in grado di affrontare il mondo così com’è, non come vorremmo che fosse. Lo psicologo delle organizzazioni Adam Grant chiama questi team “reti di sfida”. Fanno bene al leader e a tutti coloro che ne vengono guidati.

Rich Lesser, Global Chair, Boston Consulting Group.

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