LEADERSHIP

Neuroscienze, psicologia e arte: metodi laterali per reinventare la cultura aziendale

I leader hanno bisogno di nuove risorse e strumenti per affrontare la realtà del mondo degli affari e di nuovi stimoli per interpretare in modo diverso un mondo in costante cambiamento

Massimo Antonelli

Dicembre 2023

Neuroscienze, psicologia e arte: metodi laterali per reinventare la cultura aziendale

Nel panorama in continua evoluzione del mondo del lavoro, il concetto di leadership sta assumendo nuove forme e nuovi paradigmi tutti da esplorare. Una prospettiva innovativa e imprescindibile che si nutre delle mutevoli esigenze dei professionisti contemporanei in un contesto dove la flessibilità, la creatività e la consapevolezza sociale sono diventati imperativi.

Attraverso l'integrazione di discipline apparentemente distanti come le neuroscienze, la psicologia e l’arte, la leadership trasformativa si propone di plasmare una nuova cultura aziendale che metta al centro la cura delle proprie persone.

Prima però di guardare a questo nuovo paradigma, è necessario fare un passo indietro e capirne le ragioni. In questo molto ci aiuta un dato che emerge dalla EY 2023 Work Reimagined Survey[1], secondo la quale esiste un gruppo di organizzazioni (circa il 20% del campione) in grado di implementare con successo fattori critici quali la leadership, la diversità e l'inclusione, lo sviluppo delle competenze e i nuovi modi di lavorare. In queste aziende si ottengono risultati notevolmente migliori in termini di produttività: tanto che, laddove si registrano elevati livelli di fiducia, responsabilità e attenzione da parte dei leader, le probabilità di affrontare con successo le trasformazioni sono 2,5 volte più alte.

 

Questi numeri ci raccontano molto su come il mondo del lavoro sia cambiato rispetto a qualche anno fa, ma anche di come questa trasformazione culturale vada promossa con energia e con una visione olistica: leadership, wellbeing e performance non devono più rappresentare dei monoliti da prendere, analizzare e valutare singolarmente, ma aspetti trasversali che si sorreggono vicendevolmente.

In questi anni le aziende hanno già dovuto rivedere profondamente le proprie convinzioni in termini di modalità di lavoro, mostrando quanto adattabilità e flessibilità, da concetti futuribili quali erano, si siano trasformati in protagonisti necessari dei nostri tempi. Per fare un esempio, il lavoro ibrido è diventato la norma, passando da strumento di attrattività a regola necessaria delle aziende più evolute, favorendo la ricerca di nuove dinamiche flessibili tra sfera lavorativa e personale.  

Alla base di questo cambiamento troviamo, quali abilitatori, la diffusione della tecnologia e delle competenze digitali, ma anche la necessità di mettere in pratica concetti nuovi come il benessere psico-fisico, la capacità di innovare e sperimentare e il saper creare un contesto per favorire la partecipazione e la realizzazione personale e professionale.

 

Verso una nuova cultura aziendale fondata sulla fiducia

Il contesto ha spinto le organizzazioni complesse ad accelerare la trasformazione, ponendo al centro di tale cambiamento le persone, equilibrando l’attenzione alla valorizzazione dell’unicità dell’individuo con l’intelligenza collettiva, enfatizzando il concetto di fiducia. In un'epoca caratterizzata da cambiamenti e incertezza, la fiducia si costruisce creando un contesto dove le persone sono incentivate a investire nelle relazioni e nella realizzazione del purpose aziendale inteso sia come performance economica che come valore sociale. Le organizzazioni che danno priorità alla fiducia hanno dimostrato la capacità di creare un ambiente in cui i lavoratori si sentono sicuri, ascoltati e apprezzati. Tale approccio favorisce una maggiore collaborazione, stimola la condivisione di idee e alimenta la creazione di un profondo senso di appartenenza all'organizzazione.

 

Il modello EY tra neuroscienze, psicologia e arte

Le tendenze economiche globali, la trasformazione e la rivoluzione digitale hanno stimolato l'ambiente organizzativo e imprenditoriale, trasformandolo in un ecosistema estremamente complesso e sempre più competitivo. Per questo motivo la leadership ha bisogno di nuove risorse e strumenti per affrontare la realtà del mondo degli affari e di nuovi stimoli per interpretare in modo diverso un mondo in costante cambiamento.

EY sta portando avanti un ambizioso percorso di trasformazione culturale, a partire dai propri leader, avvicinando mondi apparentemente distanti quali neuroscienze, psicologia e arte per costruire un modello alimentato da responsabilità, autenticità e coraggio. 

È evidente che oggi i leader si trovano a prendere decisioni rilevanti per il business e le persone assumendo rischi non del tutto calcolabili che spesso generano per forza di cose risposte fisiologiche ed emotive. Le decisioni, e in generale i nostri comportamenti, non poggiano solo su dinamiche razionali e non sempre tali dinamiche sono facilmente analizzabili; spesso entrano in gioco impulsi emotivi e automatici, frutto dell'attività “inconscia” del cervello, influenzati da condizioni di contesto e stati d’animo di cui non sempre siamo completamente consapevoli. Da qui l’esigenza di un approccio ispirato alle neuroscienze. Esse sono in grado di cambiare la prospettiva con cui i leader guardano sé stessi e gli altri consentendo loro di affrontare le sfide aziendali attraverso un nuovo paradigma basato sulla comprensione del funzionamento dei processi mentali e sulle risposte cognitive ed emotive dei collaboratori.

Tuttavia, la diffusa e naturale propensione a mantenersi fedeli ai comportamenti abituali rende sfuggente la capacità di cambiare qualcosa quando si tratta di imprimere dei cambiamenti sia nella vita personale che nelle organizzazioni. Ed ecco entrare in gioco la psicologia, indispensabile patrimonio di metodologie per sbloccare il potenziale delle persone e permettere così alle aziende di affrontare senza timore la sfida del cambiamento a livello individuale e collettivo.

L'arte, da parte sua, può rappresentare una risorsa nel contempo sorprendente e straordinaria per i leader. Essa non è da guardare semplicemente come un'espressione creativa, ma come una disciplina capace di aprire nuovi orizzonti di pensiero per affrontare il caos spesso presente nel mondo degli affari. Davanti a sfide continue e complesse, la capacità di pensare in modo creativo e trovare soluzioni fuori dagli schemi è cruciale. Ecco, dunque, che l’arte può diventare importante per ispirare i leader a guardare oltre i confini convenzionali, coltivare la capacità di attivare il pensiero laterale e favorire una visione multi-prospettica. I dipinti, le sculture, la musica e in generale tutte le forme d'arte possono essere fonte d'ispirazione; gli artisti, con la loro originalità, possono suggerire metodi innovativi per comunicare emozioni, concetti e idee complesse, per orientare con la giusta prospettiva visioni alternative della realtà o per scoprire l’invisibile. Al contempo, l’arte incoraggia anche la riflessione e l'auto-esplorazione. Quindi l’autoconsapevolezza è fondamentale per diventare leader più autentici e capaci di ispirare gli altri. L'arte può offrire un contributo essenziale per acquisire nuovi modelli di pensiero e stili di comportamento e anticipare scenari futuri.

 

La sfida di una crescita sostenibile  

Il percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso rappresenta soltanto il primo capitolo di una storia più ampia, coinvolgente e costantemente in evoluzione.

Pensiamo che questo percorso non sia solamente una strategia innovativa, ma sia replicabile in diverse realtà aziendali per rispondere alle sfide sempre più complesse e dinamiche di un mondo in costante cambiamento. Offrendo ai propri leader strumenti capaci di ampliare lo sguardo sull’organizzazione e la società, EY si propone di abilitare i propri professionisti a comprendere le complesse reazioni umane al cambiamento, stimolare la creatività, gestire in modo efficace lo stress e migliorare le decisioni strategiche.

EY in Italia negli ultimi anni ha raccolto risultati straordinari, legati indissolubilmente alla profonda evoluzione della propria cultura aziendale: leadership, wellbeing e performance sono e saranno i pilastri alla base di un futuro di crescita sostenibile.

 

Massimo Antonelli è CEO di EY in Italia e Chief Operating Officer per la regione EY Europe West. Partner di EY dal 2002, è stato dal 2013 Assurance Leader per Italia, Spagna e Portogallo, coordinando l’attività di revisione di grandi aziende italiane e internazionali. Da aprile 2020 è CEO di EY in Italia, che conta 8.500 professionisti su tutto il territorio nazionale. Nel corso del suo mandato ha accelerato la crescita della firm grazie a una maggiore integrazione internazionale e tra linee di business, agli investimenti in trasformazione tecnologica e a un ruolo centrale delle persone grazie a una nuova cultura aziendale. Da luglio 2021 ha assunto anche il ruolo di Chief Operations Officer per la regione di EY Europe West, costituita da 25 Paesi con oltre 30 mila dipendenti.



[1]  La survey ha raccolto le opinioni di oltre 17.000 dipendenti e 1.575 datori di lavoro in 22 Paesi e 25 settori industriali a livello globale. Per approfondimenti: https://www.ey.com/en_gl/workforce/work-reimagined-survey

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