U2COACH

Orientarsi nell’universo del Coaching

Flaminia Fazi, CEO di U2COACH e di The Performance Solutions

Dicembre 2023

Orientarsi nell’universo del Coaching

Innanzitutto una precisazione tecnica di tipo linguistico: il termine “coach” identifica la persona che eroga il servizio che a sua volta si chiama “coaching”. Quindi si imparano le tecniche e gli standard del Coaching per poter essere dei bravi coach. Con il termine “coachee” si identifica il/la cliente, che chiede e riceve il servizio di coaching.

Il “coach della mente”, secondo gli standard professionali più elevati ben descritti e diffusi da ICF, non dà consigli, non indica cosa fare al/la coachee, ma piuttosto fa domande e co-genera un campo nel quale le sue risorse e la sua consapevolezza riescono meglio a svilupparsi dando direzione alle proprie azioni in modo indipendente, progettando e sperimentando così il proprio percorso di crescita, di espressione e di vita.

Il Coaching si può ancora definire una nuova professione che ha iniziato a configurarsi e strutturarsi intorno a un set di competenze distintive e una deontologia per coloro che lo offrivano come servizio poco più di trent’anni fa, con la finalità di accompagnare le persone in processi accelerati di cambiamento e apprendimento.

La International Coaching Federation (ICF) è stata la prima entità organizzata a valorizzare e a diffondere questi standard a livello internazionale; dagli Usa si è diffusa fino ad avere Chapter di rappresentanza in quasi tutti i Paesi del mondo, con la missione di essere un riferimento per il mercato indicando standard di qualità professionale e accreditando sia i/le professionisti/e che vi aderiscono sia i corsi di formazione alla professione.

 

Cosa ha permesso a una nuova professione di diffondersi e svilupparsi con tutta questa capacità e rapidità a livello mondiale in questi ultimi anni?

Certamente hanno contribuito diversi fattori in sinergia, tra cui:

-      il bisogno crescente degli adulti di superare sfide sempre maggiori nelle proprie vite professionali e private e di realizzarsi attraverso il raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi;

-      le conferme da parte delle scienze, delle Neuroscienze, che si può apprendere e cambiare durante tutto il corso della vita e che la biologia ci è di supporto producendo continuamente nuovi neuroni disponibili per l’uso, pertanto è solo l’attitudine individuale e la pratica continua che ne modellano le condizioni;

-      l’esigenza del mondo del lavoro di poter contare sulla capacità delle persone di liberare il proprio potenziale, di migliorare la propria efficacia nel ruolo e negli obiettivi assegnati, di sviluppare la flessibilità e la forma mentis necessarie per potersi adattare rapidamente ai cambiamenti al fine di non perdere e piuttosto acquisire nuovi vantaggi sul mercato;

-      la consapevolezza che la mente si può allenare così come il corpo ad avere prestazioni sempre migliori, in grado di accompagnare la persona nella realizzazione dei propri obiettivi di vita e professionali;

-      la crescente consapevolezza che i risultati lavorativi non si realizzano solo attraverso la conoscenza e che il “sapere” deve essere accompagnato dal “saper essere” e dal “saper diventare” per poter avere successo nei contesti complessi e in rapida trasformazione.

 

Quali sono le condizioni che determinano il successo di un servizio di coaching?

La preparazione del/la coach e la sua professionalità sono sicuramente uno dei pilastri principali.

La sua consapevolezza di sé, dei propri stili psicologici, cognitivi, relazionali e comunicazionali e di come gestirli con flessibilità a seconda di quello che è più utile al/la cliente durante le sessioni.

La sua conoscenza applicata di modelli che spiegano i funzionamenti psicologici, cognitivi e comportamentali umani, per poterli riconoscere nei/le clienti sia quando per loro sono delle risorse sia quando sono la causa delle loro resistenze e limiti che si frappongono tra loro e la realizzazione dei loro obiettivi.

La capacità del/la coach di adattare continuamente le sue abilità a quanto è più utile e efficace in ogni momento per rispondere alle esigenze in continua evoluzione e trasformazione del/la coachee, sapendo procedere verso il nuovo e sconosciuto con confidenza e gestendo le forti emozioni che si possono attivare nel/la coachee durante il percorso.

La capacità del/la coach di esprimere le prassi e le competenze distintive della professione che sono ben descritte nel Codice Etico e nel modello delle Competenze Core della International Coaching Federation.

 

Tuttavia, poiché nel coaching il lavoro lo identifica, lo sceglie e lo svolge il/la coachee, non è sufficiente che il coach sia ben preparato e nelle condizioni di offrire il massimo di sé e della propria  professionalità nella relazione. Non trattandosi di consulenza ma di facilitazione dell’apprendimento e del cambiamento di una persona, quest’ultima deve essere motivata e desiderosa di raggiungere l’obiettivo identificato per il coaching, e deve mettere tutto il suo impegno per trasformare in azione quanto esplorato, scoperto e progettato durante il lavoro con il/la coach.

Oltre a questa disposizione nei confronti dell’obiettivo, il/la coachee deve mettersi in discussione, auto-osservarsi e scoprirsi, sperimentarsi in nuovi comportamenti e nuovi modi di pensare e di dare significato a se stessi/e e al mondo circostante, accogliendo attivamente gli stimoli offerti dalle domande e dalle osservazioni del/la coach.

Nessun coach professionista si può sostituire al/la cliente, nessun/a coach può garantire che il/la cliente raggiunga l’obiettivo identificato alla base dell’accordo di coaching, perché è responsabilità del/la coachee di sfruttare il servizio al massimo, affinare il proprio piano d’azione e realizzarlo fino alla realizzazione dell’obiettivo.

 

Cosa rende importante una buona formazione alla professione di coach?

Certamente, l’abilità del/la coach di comprendere le dinamiche di funzionamento interne del/la coachee e di utilizzare con maestria ed eleganza gli strumenti di coaching a servizio del progetto del coachee sono ciò che può determinare l’intensità, la profondità e l’ampiezza dell’intervento e condizionare il suo livello di qualità e valore globale.

Per questa ragione la qualità della formazione alla professione e delle successive specializzazioni hanno un ruolo importantissimo per la costruzione dell’efficacia di un/a professionista del coaching, oltre alla sua stessa capacità di apprendimento su più livelli e alla sua esperienza con i clienti.

La complessità dell’essere umano e dei suoi funzionamenti richiedono una preparazione completa che deve essere accompagnata sempre da un comprensione di come erogare il servizio con i requisiti richiesti dalle norme vigenti.

Un/a coach competente deve:

-      saper comprendere come il/la coachee organizza il proprio pensiero, le proprie azioni, i propri significati, il proprio apprendimento, attraverso l’ascolto e l’osservazione;

-      saper utilizzare quello che comprende del/la coachee per costruire domande e formulare osservazioni che lo/la facciano progredire nel suo percorso di identificazione e raggiungimento dell’obiettivo;

-      saper controllare e modulare la sua comunicazione verbale e non verbale, così come le sue energie ed emozioni, per accompagnare il/la coachee in questo percorso.

 

Ho scelto di formare coach progettando un programma che integra le tecniche e i modelli più aggiornati ed efficaci in uso a livello internazionale e che possono meglio garantire a qualsiasi partecipante di arrivare alla fine del corso in grado di esprimere un coaching di alta qualità in conformità con i requisiti della ICF. La prima edizione del Master in Corporate e Business Coaching  della U2COACH Academy si è svolta nel 2001; da allora è stato aggiornato per qualificare sempre meglio i/le coach una volta completato il loro percorso di apprendimento, in modo da distinguersi sul mercato sin dall’inizio delle loro carriere, grazie a una formazione completa e solida che integra tecniche sintetizzate dalle ultime scoperte delle Neuroscienze.

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