EDITORIALE
Enrico Sassoon
Gennaio 2025
Su Harvard Business Review Italia seguiamo da sempre con estrema attenzione e continuità l’evoluzione e l’impatto dell’intelligenza artificiale sia in senso generale sia, più analiticamente, sul mondo del business. Un’esigenza ovvia, dato che apparteniamo alla corrente di pensiero che la ritiene un breakthrough tecnologico in un’era di cambiamento travolgente di molte tecnologie.
L'IA è, infatti, pervasiva e sta trasformando la vita quotidiana, le imprese e la società. Da due anni a questa parte, con l’emergere e la crescente importanza di strumenti di IA generativa, i CEO riconoscono il potenziale apparentemente illimitato della tecnologia e stanno accelerando in termini di esplorazione e comprensione delle relative potenzialità e di investimenti.
L’emergere di GenIA è stato un catalizzatore di cambiamento, poiché ha stimolato l’interesse su una serie più ampia di capacità di IA. Negli ultimi sei anni, l'adozione dell'IA da parte delle aziende intervistate si era attestata, secondo un’indagine McKinsey, intorno al 50%. Nel 2024, l'adozione è balzata al 72% e l'interesse si manifesta su scala globale. Infatti, mentre nel 2023 l'adozione dell'IA non aveva raggiunto il 66% in nessuna regione del mondo, nel 2024 più di due terzi degli interpellati in quasi tutte le regioni affermano che le loro organizzazioni la stanno utilizzando.
Un altro elemento di grande rilievo è dato dal fatto che, nonostante si riporti un alto numero di delusioni nell’introduzione e applicazione di modelli basati su IA (circa il 70%, nel 2022 e 2023, “non hanno prodotto ritorni significativi sul business”, secondo Forrester), in base a recenti indagini sono tra il 70 e il 90% i CEO che dichiarano di avere importanti programmi d’investimento nei prossimi tre anni.
Dunque, l’aspettativa è alta e sembrerebbe salire costantemente. Infatti, come risulta da indagini diverse, il 50% dei CEO ritiene che i maggiori ritorni si possano avere nel miglioramento dei prodotti e servizi analizzando i dati dei clienti; il 48% si aspetta miglioramenti della produttività; il 42% miglioramenti nella qualità e nei processi di innovazione del prodotto; il 37% si aspetta un efficientamento delle strutture e una riduzione dei costi operativi.
Naturalmente, per ottenere dei buoni risultati occorre investire nella misura necessaria ma, soprattutto, nelle aree chiave. In questo numero, lo Speciale identifica la grande opportunità di coniugare la gestione dei processi con l’IA in un’ottica di miglioramento di efficienza, efficacia e produttività. Il che è particolarmente rilevante visto che, appunto, la metà dei CEO mette al centro questo tipo di obiettivi (senza ovviamente escludere che lo faccia anche l’altra metà).
Come ricordano Davenport e Redman, è purtroppo ancora attuale il commento di Robert Solow del 1987: «l’era informatica è visibile ovunque tranne che nelle statistiche sulla produttività». Ma, al contempo, le cose stanno cambiando, e a ritmo accelerato.
Se è vero che la maggior parte delle organizzazioni non ha neppure cifre che comprovino il ritorno dell’investimento per i progetti informatici, men che meno se si parla di parametri di produttività, un nuovo approccio alla concezione dei processi può aiutare a invertire questa situazione.
Le nuove teorie sui processi – per esempio la gestione scientifica, il controllo della qualità statistica, la qualità totale, il Sei Sigma, la gestione agile e quella snella – hanno una lunga tradizione, sostengono gli autori. Il fatto che continuino a emergere nuove visioni del process management è una riprova della sua importanza. Le organizzazioni hanno costantemente bisogno di migliorare la performance operativa e gestire i processi è un modo affidabile per riuscirci.
Questo è il motivo per cui Davenport e gli altri autori hanno formulato una nuova filosofia sui processi che riassume i passaggi da compiere per potenziare la performance dell’impresa mettendo insieme il contributo delle persone, dei dati, dell’analitica e della tecnologia, in particolare l’IA. Ma non si tratta solo di un approccio concettuale poiché, oltre alla filosofia sul process management del futuro, sono bene illustrati, in dettaglio, i passaggi da compiere per metterla in pratica.