CASE HISTORY
Nata solo 30 anni fa, l’Università romana si è rapidamente distinta tra gli atenei italiani per l’eccellenza nella didattica, il radicamento nel territorio e il contributo alla riqualificazione delle aree in cui opera. Grazie anche a una solida collaborazione tra il vertice accademico e un management esperto e innovativo
Maria Cristina Origlia
Gennaio 2023
In un Paese che vanta l'accademia più antica d'Europa, l'università degli Studi di Bologna (1088), e numerosi altri atenei con lustri di storia alle spalle, Roma Tre con i suoi soli 30 anni vita potrebbe sembrare un topolino. E, invece, ha saputo sfruttare al meglio il vantaggio del newcomer – si direbbe in linguaggio economico – in un ambito ancora condizionato nel suo ordinamento da un testo normativo degli anni '30, raggiungendo il secondo posto nella capitale e posizionandosi tra le prime 15 università a livello nazionale.
Ciò che la distingue e ne fa un modello a cui guardare è la visione innovativa a cui si è ispirata e il modello di governance che l'ha supportata. Nei documenti ufficiali per le celebrazioni del trentennale si ricorda con orgoglio l'ambizione originaria di costruire un'università pubblica in uno Stato laico e democratico, che sappia fare della ricchezza della conoscenza non solo un
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