Dicembre 2019
Scott D. Anthony et al.
Dicembre 2019
prezzo 5,00 €
Per facilitare l’innovazione le aziende hanno investito miliardi in venture capital interno, incubatori e acceleratori. Ma tutte le survey continuano a indicare che queste iniziative non producono risultati. Come mai? Perché le aziende non affrontano uno degli ostacoli più importanti: le abitudini e le routine che soffocano l’innovazione nel quotidiano. A titolo di esempio citiamo le riunioni mal gestite, l’assenza di margini di capacità produttiva non utilizzata, le scarse opportunità di far sentire la propria voce e l’idea che fare le cose in maniera diversa sia poco efficiente e costoso.
È fortunatamente possibile affrontare questo problema alla radice grazie a un tipo di intervento, chiamato BEAN, che combina behavior enablers, artifacts e nudges, cioè facilitatori di comportamenti, artefatti e spinte gentili, nell’ottica appunto di smantellare i blocchi all’innovazione. I facilitatori di comportamenti sono strumenti o processi che rendono più semplice per le persone fare qualcosa in modo diverso. Visibili e tangibili, gli artefatti supportano il nuovo comportamento. Le spinte gentili lo promuovono attraverso suggerimenti indiretti e rinforzi.
In questo articolo gli autori presentano una serie di BEAN elaborati da Banca DBS, Tata Group e altre aziende per stimolare l’innovazione. Spiegano inoltre come un’organizzazione può creare il proprio BEAN identificando i comportamenti creativi da sviluppare, analizzando che cosa li ostacola e poi effettuando un brainstorming sui modi per spezzare queste cattive abitudini.
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