LEADERSHIP
Le aziende hanno a lungo prosperato ignorando quelle che gli economisti chiamano “esternalità”. Ora devono imparare a tenerne conto.
CHRISTOPHER MEYER E JULIA KIRBY
Aprile 2010
È raro che i business case del tipo “prima e dopo” presentino differenze così evidenti. Confrontate le azioni recenti degli attori del settore alimentare con quelle dell’industria del tabacco di vent’anni fa. Negli anni ’80, i dirigenti della Philip Morris si stavano ancora battendo energicamente per tenere a bada la marea montante di prove a sostegno del fatto che le sigarette provocassero il cancro ai polmoni e dichiaravano che, scegliendo di fumare, i clienti non facevano che esercitare il loro libero arbitrio. Un articolo del «Washington Post» uscito nel 1993 dal titolo “Gli scienziati affermano che i produttori di tabacco hanno nascosto le ricerche sulla dipendenza” è molto chiaro in tal senso: gli studi rivelatori, sponsorizzati dal settore del tabacco, erano stati messi a tacere un decennio prima dai massimi dirigenti.
Facciamo un salto in avanti e arriviamo al giro di millennio: il comportamento a cui assistiamo nel settore degl
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