Nei primi tempi di Vice Media, il co-fondatore Shane Smith mandò alcune copie della nascente rivista pubblicata dalla start-up di Montreal a un negozio di dischi di Miami e a uno di skate di Los Angeles, in modo da poter dire agli inserzionisti che il suo pubblico di lettori era distribuito in tutto il Nord America: azione che ben si addice al nomignolo “contapalle Shane”, attribuitogli (pare) da un amico e collega. Imbrogli di tale portata sono fin troppo comuni nel mondo delle start-up. Le regole dell’imprenditorialità incoraggiano i fondatori a diventare truffatori ed evangelizzatori per le loro aziende. A dirla tutta, i fondatori leggendari vengono celebrati per la loro capacità di ispirare gli altri, anche se questo significa aver un po’ stiracchiato la verità. Pensiamo a Steve Jobs, lanciatore di start-up per eccellenza. I primi dipendenti di Apple lo descrivono come in grado di “convincere chiunque di qualunque...