Nel luglio 2016 è scoppiata una pandemia: piccoli mostri chiamati Pokémon sono apparsi improvvisamente in tutto il mondo, minacciando di usare i loro fantastici poteri per dare battaglia nei parchi, nei quartieri delle città e nelle case. Per fortuna, sono intervenuti prontamente dei volontari a sottometterli, con l’utilizzo di una tecnologia poco nota incorporata negli smartphone. Pokémon Go è stato il primo grosso successo in quella che sarà quasi certamente una lunghissima serie di giochi multiplayer per smartphone basati sulla realtà aumentata – una tecnologia che sovrappone immagini digitali ad ambienti reali. Era anche un “big bang disrupter”, un nuovo prodotto che regna sostanzialmente incontrastato per un periodo generalmente più breve di quello che sarebbe lecito aspettarsi dai dominatori tradizionali del mercato. (Si veda “Big Bang Disruption, HBR marzo 2013). Nel caso di Pokémon Go, quel periodo è durato solo pochi mesi. Nella prima settimana 7,5 milioni di persone hanno...