Come quasi tutti i professionisti, possiedo anch’io uno smartphone. Pur usandolo frequentemente per scambiare e-mail con i colleghi o sms con i miei familiari, ne utilizzo anche le app per trovare informazioni o per svagarmi. E mentre fisso il suo schermo da 3,5 pollici, incontro regolarmente qualcos’altro: un flusso sempre più ricco di minuscole inserzioni pubblicitarie. Per esempio, quando clicco sull’app della rivista Slate, vedo un banner – più piccolo del mio mignolo – che pubblicizza un misterioso Bingo Rush, con delle stelline e la parola “free”. Che cos’è Bingo Rush? Non ne ho la minima idea. Alla base dell’app per l’Huffington Post c’è un rettangolino con la scritta “Scratch and Win with Adidas” Cosa posso vincere grattando? Non lo so; il rettangolino può contenere sì e no cinque parole. Sulla mia app per il Sudoku c’è la pubblicità di una BMW – no, scusate, è una Audi. (La foto...