Ai leader si pone una scelta: possono riformare il sistema o stare a guardare mentre i Governi prendono il controllo. Un appello all’azione dal managing director globale di McKinsey & Company.
Il disastro sfiorato dal sistema finanziario e la successiva Grande Recessione sono stati, e resteranno, le questioni sul tappeto per l’attuale generazione di dirigenti. Ora che il peggio sembra essere passato, c’è la tentazione di abbandonarsi a un profondo senso di sollievo e al forte desiderio di tornare a una confortevole routine. Semplicemente questa strada non è più percorribile. Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a un rapidissimo spostamento dell’ago della bilancia di potere dall’Occidente progredito verso l’Oriente emergente, al sorgere di politiche populiste e di tensioni sociali in diversi Paesi e a un notevole affaticamento dei sistemi di governo societario. Il perdurare delle conseguenze della crisi porterà probabilmente rivalità geopolitiche ancora più grandi, nuove sfide per la sicurezza internazionale e tensioni crescenti nella competizione per il commercio, le migrazioni e le risorse. Per i leader, tuttavia, le conseguenze principali della crisi sono le critiche al capitalismo stesso. La contestazione...