Prima della recessione, per riuscire a crescere con profitto molte aziende facevano conto sulle condizioni macroeconomiche del periodo di boom (come bassi tassi di interesse, capitale disponibile, fiducia dei consumatori e simili). Il risultato: i riflessi organizzativi sono rallentati e l’energia necessaria per agire rapidamente si è esaurita. Ora, però, le imprese affrontano difficili condizioni di mercato e una fase di incertezza apparentemente inesauribile, oltre ad altre criticità tra cui: inflazione o deflazione, tassi di cambio e nuove normative, a mano a mano che i Governi allargano i loro interventi a ulteriori settori dell’economia. E, naturalmente, permangono le consuete fonti di turbolenza del mercato: la geopolitica, l’innovazione tecnologica e la dinamica competitiva. Ora che le imprese stanno faticosamente riemergendo dalla recessione, non basta che i loro leader disegnino la strategia “perfetta” e si buttino a testa bassa a metterla in pratica, fiduciosi che il mercato coopererà. Al contrario, i leader...