Dopo quasi un decennio di crescita, all’inizio del 2007 JetBlue non navigava in buone acque. Il giorno di San Valentino una tempesta di ghiaccio aveva bloccato per ore centinaia di passeggeri sulle piste dell’aeroporto internazionale Kennedy di New York, evidenziando lampanti lacune nei sistemi operativi della compagnia aerea. Dopo approfondita discussione, il board concluse che il brillante fondatore nonché maggiore azionista David Neeleman non era più la persona giusta per guidare l’azienda. Ci serviva un nuovo CEO. All’epoca ero consigliere esecutivo e in quanto tale toccava a me comunicare la cosa a David. Mi recai nel suo ufficio insieme a un altro consigliere di amministrazione e gli dissi in maniera chiara e diretta che avevamo deciso di sostituirlo, illustrando rapidamente le nostre motivazioni. Per attutire il colpo gli chiedemmo di restare come presidente del board. David era sconvolto. Disse che stavamo commettendo un errore. Lo ascoltammo ma rimanemmo fermi sulla...