IN un mondo perfetto, gli investitori, i consiglieri d’amministrazione e i dirigenti avrebbero piena fiducia nei bilanci presentati dalle aziende. Potrebbero fare affidamento sulle cifre riportate per fare stime avvedute su volume, tempi e incertezza dei flussi di cassa futuri e valutare se la conseguente stima di valore trova corretto riscontro nel prezzo delle azioni correnti. E potrebbero decidere a ragion veduta se investire in un’azienda o acquisirla, favorendo in questo modo un’allocazione efficiente del capitale. Purtroppo, non è quello che accade nel mondo reale, per diversi motivi. In primo luogo, i rendiconti finanziari delle aziende dipendono necessariamente da stime e decisioni discrezionali che possono rivelarsi sbagliate, anche quando sono fatte in buona fede. In secondo luogo, i parametri finanziari correnti, che hanno lo scopo di consentire i confronti fra un’azienda e l’altra, possono non essere lo strumento più accurato per stimare il valore di una qualsiasi impresa, specie nel...