Le imprese cooperano da sempre con i loro ecosistemi, vale a dire con i fornitori, i partner, i clienti e persino i concorrenti. Ma con la sempre maggiore centralità dell’innovazione, specie su problemi complessi – quelli che presentano elementi incompleti, contraddittori o mutevoli – sono sempre più numerose le aziende che sfruttano le capacità di partner nuovi e altamente diversificati. Che queste collaborazioni possano generare innovazioni radicali è ormai acclarato. Quello che non si sa bene è come costruirle e come gestirle. Il problema nasce dal vasto mix di expertise che caratterizza comunemente i team intersettoriali. I partecipanti vivono spesso in mondi intellettuali diversi e hanno linguaggi tecnici separati. I divari tra norme culturali e valori di settori e professioni possono essere ancora più ampi. All’interno di un settore, per esempio, le persone condividono comunemente assunti sulla missione, sulle modalità di interazione ai diversi livelli, sulla qualità necessaria nelle varie...