PAUL POLMAN non ha paura di smuovere le acque. Da quando è stato nominato CEO di Unilever, nel 2009, ha trasformato la multinazionale anglo-olandese in una delle aziende più innovative del mondo. Ha abolito le stime degli utili attesi e le relazioni trimestrali e dice agli hedge fund che non sono graditi come investitori. L’anno scorso ha lanciato un piano ambizioso che prevede di raddoppiare il fatturato entro il 2020 e contemporaneamente di dimezzare l’impatto ambientale della multinazionale. Se riuscirà, potrà diventare un modello per altri CEO. Ma se Unilever non ce la farà, sa che i critici chiederebbero la sua testa. In questa intervista realizzata dal direttore della Harvard Business Review Adi Ignatius, Polman parla dei rischi di guidare una mission orientata al sociale preservando il core business dell’azienda. HBR: Cosa l’ha spinta a lanciare un piano di lungo termine così aggressivo? Polman: Abbiamo considerato alcuni dei megatrend...