Speciale GENNAIO-FEBBRAIO 2018
Roger Martin
Gennaio 2019
prezzo 5,00 €
Fin da Adam Smith la riflessione sul business ha costantemente visto nel taglio degli sprechi il santo graal del management. E se invece gli effetti negativi di questa ricerca dell’efficienza fossero superiori a quelli positivi?
L’alto prezzo dell’efficienza
La fede nelle inossidabili virtù dell’efficienza è più solida che mai: impersonata dalle organizzazioni multilaterali di promozione del commercio; perseguita dai Governi con le loro politiche di liberalizzazione degli investimenti diretti all’estero, di deregolamentazione, privatizzazione e lotta agli sprechi; e coltivata in tutte le business school del pianeta. Ma secondo Roger Martin, direttore del Martin Prosperity Institute, un eccessivo focus sull’efficienza produce effetti sorprendentemente negativi e apre le porte al disordine sociale in quanto i ritorni confluiscono verso un numero sempre più limitato di concorrenti molto efficienti. Il rimedio consiste a suo parere nel puntare di più su quella che è una fonte meno immediata di vantaggio competitivo, la resilienza. Per fare questo le organizzazioni possono limitare la scala, introdurre frizioni produttive, promuovere il capitale a lungo termine (il cosiddetto “patient capital”), creare lavoro di qualità e cambiare il modo di formare le persone.
Il successo genera ineguaglianza: cosa dimostrano i dati
Illustrazione grafica dello stato della questione dopo la Grande Recessione. In cui è evidente come le persone e le aziende più ricche stiano avvantaggiandosi sempre di più rispetto alle altre.
I costi della complessità sono difficili da vedere
Jim Hackett, CEO di Ford Motor Company, parla con HBR di quella che lui chiama corporate fitness e di come l’ha applicata in Ford e prima ancora in Steelcase, azienda produttrice di mobili per ufficio.
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